martedì 23 febbraio 2010

28 febbraio 2010 - Chiamata di Marzo - Recoaro Terme

photo by http://www.chiamatadimarzo.com/
dal sito: http://www.chiamatadimarzo.com/ :

La Chiamata di Marzo: Domenica 28 Febbraio 2010a Recoaro Terme
Ogni 2 anni, un'antica tradizione che si rinnova in una spettacolare sfilata...

XVII^ EDIZIONE: NEMO A CIAMAR MARSO
A Recoaro Terme, nella provincia di Vicenza, si ripropone nell'ultima domenica di Febbraio (solo negli anni pari) la Chiamata di Marzo: una grande, originale e festosa manifestazione che vede sfilare per le vie della cittadina termale centinaia e centinaia di figuranti in costume, che in gruppi, a piedi o sui carri allestiti con ogni genere di scenografie, mettono in mostra una straordinaria serie di oggetti, attrezzi e testimonianze della civiltà e della tradizione "cimbra".
" Le storie, i mestieri, i prodotti ed il folclore del passato recoarese rivivono in una fantasmagorica girandola di scorci e di dettagli recuperati dai secoli. Un gioioso momento di riscoperta del passato, unico nel suo genere per originalità e suggestione.
E' la circostanza più rinomata, dopo le acque minerali e il termalismo, che identifica la Conca Recoarese, detta di Smeraldo, anche per il suo fortissimo legame con la tradizione custodita e mantenuta viva da ciascuna delle oltre cento contrade che circondano Recoaro Terme. La consuetudine riserva a questa manifestazione l'ultima domenica di febbraio, com'è sempre avvenuto, anche in tempi che si perdono nel passato.

domenica 28 febbraio 2010 alle ore 20.30 in Via Brunicon i “Vestiti de “STI ANI”, campanasi e cioche, sece e bandoti, snatare e corni”, sfileremo per le vie del centro per rivivere tutti insieme un’antica tradizione… Un gioioso momento di riscoperta del passato !! "

lunedì 22 febbraio 2010

da www.larena.it del 21 febbraio 2010: «Si investe poco a favore delle bici»

raccogliamo l'appello della FIAB (amici della bicicletta di Verona) ben sintetizzato nell' articolo del quotidiano L'Arena del 21/02/2010:
MOBILITÀ E SVILUPPO. All'assemblea della Fiab, che conta 1.816 iscritti, si è discusso delle strategie per il futuro Fabbri: «Alcune ciclabili sono state cancellate solo per far posto alle auto E la Giunta non ci ascolta»
Un bilancio in positivo in termini di crescita e attività svolte, con il raggiungimento di quota 1.816 iscritti che ne fanno la maggiore delle Fiab provinciali a livello nazionale, e la previsione di arrivare a 2.000 associati nel 2010. Ma l'assemblea annuale degli Amici della Bicicletta, che si è svolta ieri pomeriggio nella sede del circolo ricreativo di Unicredit per fare un bilancio del 2009 e procedere al rinnovo delle cariche del direttivo, ha messo in luce anche qualche ombra, più consistente quando il presidente Paolo Fabbri, ieri confermato, ha analizzato il lavoro dell'associazione nei mesi scorsi nel contesto delle decisioni in termini di mobilità prese nei mesi scorsi dall'amministrazione.È proprio nell'amministrazione, infatti, che la cultura delle due ruote pare incontrare, a detta di Fabbri, i maggiori ostacoli ed è dunque su questo aspetto, sulla necessità cioè di assumere maggiore visibilità e soprattutto incidenza nelle scelte della città (traforo, mobilità, piste ciclabili, parcheggi, inquinamento) che l'associazione intende muoversi nei prossimi mesi.«Non c'è dubbio che la Fiab, nonostante la sua crescita come realtà rappresentativa della cittadinanza, incontra ancora molta difficoltà nel rapporto con le amministrazioni, e in particolare con quella comunale», ha detto Fabbri. «Non siamo stati capaci di entrare nelle elezioni provinciali, però a livello provinciale qualche passo è stato fatto. Dal Comune siamo invece percepiti tutt'oggi come avversari politici a prescindere. Molti provvedimenti recenti sono andati in direzione contraria all'incentivo alla ciclabilità: tolte le corsie preferenziali nella Ztl, eliminata la ciclabile di via Teatro Nuovo per guadagnare 6 posti auto, tolta la ciclabile di via Ghetto; la nostra manifestazione S.i.n.d.a.c.o. non ha avuto interlocutore, tanto per fare qualche esempio».E aggiunge: «A Verona si investe sui semafori intelligenti e sul traforo, opera alla quale ci siamo opposti a fianco del comitato contrario perché la riteniamo assurda e dannosa: si investe dunque per incentivare l'auto, mentre sulla metropolitana e sui mezzi pubblici non si fa nulla di concreto. Certo si dice che domeniche come questa di blocco del traffico non sono risolutive per l'inquinamento: ma intanto non vediamo profilarsi altre soluzioni. È su queste questioni che come Amici della bicicletta chiediamo di venire ascoltati, mentre nella Consulta sulla mobilità continuiamo ad essere ignorati».A.G.

domenica 21 febbraio 2010

LA TERRA VIVENTE. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti di Verona - 11 dicembre 2009 - 3 ottobre 2010

photo by http://www.palazzoforti.it/ : Angelo Zamboni - Colline Veronesi
dal sito: http://www.palazzoforti.it
La terra vivente. Il paesaggio nelle collezioni veronesi a Palazzo Forti è il titolo della nuova proposta espositiva della Galleria d'Arte Moderna collegata alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico.Si tratta di un'ampia ed articolata rassegna in cui vengono presentati più di 100 lavori pittorici sul tema del paesaggio, la maggior parte provenienti dalla collezione civica - in molti casi opere inedite - a cui si aggiungono preziosi dipinti di proprietà della Fondazione Cariverona, della Fondazione Pio Semeghini e di altre raccolte veronesi private. Il percorso è articolato in sezioni storico-tematiche, ad iniziare dalla prima metà dell'800 - con i preannunci del naturalismo espresso con i significativi lavori di Giuseppe Cannella, dei fratelli Palizzi, Induno, e G.Valentini - per proseguire con i dipinti di Mosè Bianchi, Emilio Praga, E. Sorio in cui il paesaggio, da luogo-sfondo delle vicende storiche ed umane, si avvia a diventare soggetto degno "di per sé" di essere rappresentato in pittura.Le opere di Dall'Oca Bianca, Zoccatelli, Cabianca, Signorini, Michetti, Vittorio Avanzi introducono la sezione in cui la Natura si offre come scenario simbolico, sia per restituire dignità ai temi tratti dalla realtà quotidiana sia per riversare le inquietudini e gli smarrimenti dell'anima.La sezione della Modernità - qui intesa come il periodo in cui gli artisti si avviano ad esplorare nuovi territori formali e linguistici per una pittura che non può che "raccontare" se stessa: la magia del colore, le tensioni della forma, l'incanto della luce, la ricchezza della materia - è rappresentata da autentici capolavori di artisti quali Casorati, Balla, Baldassare Longoni, de Pisis Gino Rossi e molti altri.Ma una tappa significativa del percorso è quella riservata all'interessante produzione pittorica veronese, con due sale dedicate ai protagonisti della prima metà del '900, da Trentini a Semeghini, da Zamboni a Stringa, da Beraldini a Nardi, e poi ancora Farina, Pigato, Vitturi, Morando.La mostra si conclude alla fine degli anni '60 del secolo scorso, con le visioni di maestri quali Arturo Tosi, Birolli, Morlotti, Morandi, Vedova, Tancredi, Afro, Santomaso, Licini, Schifano, Ceroli nelle quali la natura diventa sempre più espressione della partecipazione dell'artista all'esistenza umana, viva manifestazione delle problematiche e delle pulsioni della cultura moderna.
Nel cuore della mostra, infine, a suggerire e testimoniare anche il senso della ricerca contemporanea, impegnata da tempo nel dialogo con i linguaggi del passato, l'opera del giovane Giovanni Frangi, realizzata per l'occasione. E' un'installazione che ben si adatta alla misura ambientale del suggestivo spazio storico di Palazzo Forti e, allo stesso tempo - realizzata con grandi immagini di cieli nuvolosi, che risentono di una tradizione figurativa che va da Mantegna a Constable, e colorati elementi a simulare la terra sul pavimento - ricorda la semplicità e la pregnanza proprie dell'arte che si confronta con la Natura, così come è illustrata lungo tutto il percorso espositivo.
Un lavoro prezioso ed emozionante, dunque, di ricognizione e recupero per un'esposizione che funge anche da naturale completamento della grande rassegna Corot e l'arte moderna. Souvenirs et impressions- in corso alla Gran Guardia - permettendo al pubblico di conoscere espressioni storiche del tessuto artistico locale, nonché di confrontarsi con coeve opere di respiro nazionale.

giovedì 18 febbraio 2010

14 marzo 2010: GIRO DEL SENGIO ALTO – Piccole Dolomiti

photo by: http://www.girovagandointrentino.it
Le colline sopra Malga Boffetal , sullo sfondo il Gruppo del Carega
La gita era programmata per il 7 marzo, spostata al 14 marzo causa maltempo
Proponiamo questa settimana un' escursione, il giro del Sengio Alto, nel sud del Trentino al confine con il Veneto, in Vallarsa, nel Gruppo del Carega - Pasubio. Il nostro itinerario parte da Pian delle Fugazze mt 1162 prendendo la Strada delle Sette Fontane, che coincide con il sentiero 173 per circa 1 km e mezzo, poi il sentiero si stacca dalla strada forestale ed inizia a salire con pendenza modesta traversando bei boschetti radi. Ci si alza di circa 100 metri di dislivello fino a sbucare in una radura che prelude alle dolci colline che salgono a Malga Boffetal mt 1435, che sorge sul ciglio di un grande pianoro. Verso est si vedono i versanti selvaggi del Sengio Alto mentre verso sud ovest il Gruppo del Carega. Dalla Malga si attraversa la spianata verso sud est fino a percorrere una piccola valletta pianeggiante che costeggia i ripidi versanti della Torre dell'Osservatorio. Da quota 1523 il sentiero sale leggermente in costa fino a raggiungere il valloncello sotto la Sisilla (mt 1621) dal quale si cala al Passo di Campogrosso e all'omonimo rifugio a mt 1448. Per il rientro basta seguire la strada militare lungo la quale si possono osservare vari cippi (uno reca la scritta "463 Centuria 1918") che da Passo Campogrosso attraversa tutto il selvaggio versante orientale del Sengio Alto, dove svetta la parete del Baffelan. Raggiunta la Sella Dell'Emmele si può scorgere in basso l'Ossario del Pasubio, costruito nel 1926, che raccoglie i resti di oltre 13.000 morti italiani ed austriaci. Calando al Passo Pian delle Fugazze si può scorgere sul versante opposto il Rifugio Papa, dove arriva una delle più straordinarie opere del genio militare italiano: la famosa "Strada delle 52 Gallerie".
photo by: http://www.girovagandointrentino.it
Malga Boffetal sul versante occidentale del Sengio Alto m 1435

Luogo e ora di partenza: Casello di Vr sud ore 7.30
Attrezzatura: Equipaggiamento da escursione invernale tenendo conto delle basse temperature che ci possono essere in questo periodo in quota.
Difficoltà dell’itinerario: E - escursionistico
Il percorso non presenta particolari difficoltà. Quota massima raggiunta m 1523
Dislivello: m 330. Partenza e arrivo Passo Pian delle Fugazze

Per informazioni e iscrizioni :
Enrico Bergamini: tel 339 7763285
Davide Mantovanelli: tel 348 7035660
Al momento dell’iscrizione fate presente se avete bisogno di noleggiare la ciaspole e bastoncini. In questo caso l’associazione ADM potrà fornire l’attrezzatura al costo di 7€ per i soci e 10€ per i non soci (comprensiva della quota di partecipazione),per i non soci che sono già attrezzati 3€

ATTENZIONE: l'attività escursionistica e alpinistica è soggetta a rischi e pericoli soggettivi ed oggettivi. L'associazione Amici della montagna declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali infortuni che dovessero verificarsi in danno dei partecipanti nel corso delle escursioni programmate. Si fa presente che l’Associazione Amici della Montagna ha natura prettamente amatoriale, senza scopi di lucro, ed i suoi organizzatori e capo gita non sono professionisti, ma semplici appassionati della montagna, le cui competenze ineriscono esclusivamente alla logistica ed all’illustrazione dei percorsi escursionistici. Si esclude, pertanto, l’assunzione da parte degli stessi di qualsivoglia responsabilità riguardanti la tutela dell’incolumitàdei partecipanti. Si fa, infine, presente che la partecipazione alle gite da parte di minori è ammessa solamente laddove questi siano accompagnati da genitori

sabato 6 febbraio 2010

da www.larena.it: Skilift alla Mambrotta e i 90 anni del Marcello

Mambrotta - filiare di cipressi - foto by Giovanni Claudio Zuffo
Dalla famosa e seguitissima rubrica "POSTA DELLA OLGA" dell'Arena:
«Basta che ci invitino a cena il Marcello e la Angela» scrive la Olga «perché tàca a nevegàr. È la terza volta di fila che il Marcello, che vende ori e argenti in città, per colpa della neve, non riesce a festeggiare i 90 anni con gli amici, e quindi a compierli. Il poeta Birbarelli, che lo conosce bene, sostiene che l'è un pecà che il Marcello non compia gli anni d'estate perché farebbe nevicare anche in agosto, quando ghe ne sarìa veramente bisogno. A dire la verità 'sto òmo che, a vederlo, pare impossibile che abbia 45 anni par gamba per cui si sospetta che una delle gambe si aumenti gli anni de almànco 'na ventina per stare alla pari con l'altra, non ha paura della neve: anzi, di solito, quando tàca a nevegàr prende su la macchina e va a fare visita a una sua casetta che ha sotto Boscocesanóva per vedere se i radéci dell'orto i gà fredo».«Sono gli invitati che, pur essendo meno vèci di lui, appena vedono dó falìve si spaventano, anche se l'invito è in un ristorante appena fuori città. In ogni caso il Marcello, per questa sua capacità de far nevegàr, è conosciuto al bareto come "El Fiòca" e appena l'oste Oreste lo vede entrare el bùta el sàl par tèra parché no se sa mai che névega ànca al cuèrto. Ma a parte il Marcello, non ricordo un inverno così nevoso in pianura, al punto che il cinese Tan detto Tano sta pensando, con alcuni connazionali, di impiantare uno skilift clandestino alla Mambrotta».«Lo stesso Tano si è presentato al bareto con le ciaspole ai piè e un sacco che ne conteneva un'altra dozzina che ha venduto agli avventori imbriàghi perché, come ha detto, gli imbriàghi a pié senza ciaspole, che fiòchi o non fiòchi, sono più pericolosi degli imbriàghi alla guida. Ignorante come 'na sàpa de sciènse climatiche, la corrente agnostica del bareto, prendendo come pretesto l'intensificarsi delle nevicate rispetto agli anni passati, fenomeno che secondo i suoi componenti sbugiarderebbe l'effetto serra, hanno preso per il culo l'ambientalista Zanna Gialla, così chiamato per via dei denti, il quale, a causa dello scioglimento dei Poli, si aspetta da un momento all'altro l'arrivo di un iceberg in Àdese ed è preoccupato per i ponti. Ha appena telefonato il Marcello dicendo che ha smesso de nevegàr. Forse è la volta buona che riuscirà a compiere i 90 anni».

venerdì 5 febbraio 2010

un buon cappuccino cinese..previsioni meteo incerte..

domenica 31 gennaio 2010...ore 6:30..direzione Carega, zona Tre Croci/Zevola, nevica di brutto, sull'autostrada si accumolano cm di neve.. tre spazzaneve in azione..
dopo un veloce cappuccino cinese in paese ad Alte Ceccato, rapido dietro front, direzione Monte Baldo..
scivolo in silenzio di nuovo in casa, recupero materiale da scialp e direzione Prada !

ogni volta la salita offre vedute e sensazioni nuove, sospesi tra cielo e acqua (lago)

è quasi una benedizione che gli impianti siano chiusi - da anni - e che la zona sia frequentata solo da scialpinisti ed escursionisti+ciaspole.

Durante la salita il movimento ed il sole non ci fà sentire il freddo, ma una volta raggiunta la cresta e la Cima di Costabella, il wind chill ci sbatte per terra, il bolletino meteo, dava -18° a 2000 m. !

La discesa è sempre bella, anche con la neve crostosa e discontinua, fantastico disporre di questo itinerario a meno di un ora da Verona !
Andrea Negri