Bovolone - Verona. L’Associazione opera nella zona del basso veronese dal 1991. Nata per iniziativa di un gruppo di amici appassionati di montagna, si propone come obiettivo quello di mettere in contatto fra di loro gli escursionisti e alpinisti della nostra zona. -> Info: adm91blog@gmail.com
martedì 30 settembre 2008
quattro veronesi alle prese con un ottomila...
lunedì 29 settembre 2008
Da www.larena.it: Il Cai ripropone l’«Escursione del centenario»
Attraverso la Lessinia, centoedue anni dopo. Cercasi escursionisti volenterosi di ripercorrere un itinerario storico in compagnia.Il nome è ancora «Escursione del centenario», ma da quella prima volta sono passati centodue anni. Grazie però al successo delle precedenti edizioni, Lucio Gelain, socio della sezione veronese del Club alpino, accompagnatore del gruppo ciaspole ed organizzatore di questa escursione attraverso la Lessinia occidentale, ci prova ancora. La prima volta fu nel 1906 e la notizia venne riportata sulle pagine di questo quotidiano. Un gruppetto composto da una decina di escursionisti, tutti del Cai Verona, partiti da Porta Nuova e giunti in treno a Peri, in circa 10 ore di marcia raggiunsero a sera Boscochiesanuova toccando dapprima la cima del Corno d’Aquilio e poi la Podestaria.Gelain ha trasformato questo evento in una rievocazione annuale che questa volta è programmata per domenica 18 ottobre. La partenza è come sempre da Ossenigo alle 7, per salire quindi al Corno d’Aquilio attraverso i suggestivi sentieri dell’ex confine tra la Repubblica Veneziana e l’Impero Asburgico che passano per Montarione e Rocca Pia. «Rispetto al percorso seguito l’ultima volta», spiega Gelain, «quest’anno effettueremo una variante in quanto da Cima Rocca Pia prenderemo il sentiero detto dei contrabbandieri, che porta a Malga Fanta e quindi al Corno d’Aquilio».Dal Corno seguirà la discesa al Passo delle Fittanze dove, attorno alle 13, è prevista la pausa pranzo al Bar Fittanze. Sarà quindi la volta della splendida traversata dell’altopiano fino a Podestaria (altra sosta) da cui si scenderà per il Vajo delle Ortiche e per quello dell’Anguilla, per poi girare a sinistra per il sentiero che passa per il baito dei Pastori, malga Pozzette, Scandole. Dalle Scandole si proseguirà fino all’incrocio con il sentiero E5 e passando da Der, Tandem, Biancari, Colletta ed infine Boscochiesanuova, dove gli sforzi troveranno una ghiotta ricompensa gastronomica. Insomma, una traversata suggestiva, anche se solo per escursionisti allenati. Il tutto per 15 euro, che comprendono colazione alle Fittanze e cena a Bosco, nonché il trasporto con pulmino da Bosco ad Ossenigo, vale a dire al punto di partenza. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo stesso Gelain al numero 347.554.8124.
martedì 23 settembre 2008
Domenica 5 ottobre 2008 - Gruppo del Brenta
Percorso stradale: casello di VR Sud – A22 del Brennero - casello di S.Michele all’Adige – Cles – Tuenno – Lago di Tovel.
Dislivello: 900 m. di salitaTempo complessivo: ore 5,00 – escluse le soste(vedi anche escursione alternativa)
domenica 21 settembre 2008
oggi .. Passo Manghen
sabato 20 settembre 2008
venerdì 19 settembre 2008
Lago di Tovel - Malga Flavona
venerdì 12 settembre 2008
ATTENZIONE !
Resta invariato tutto il programma contenuto nella scheda informativa.
Passo Manghen - Domenica 21 Settembre 2008
Il passo Manghen ( Mappa Google Maps ) è collocato nella parte ovest del gruppo del Lagorai sullo spartiacque tra il fiume Brenta e Adige e mette in comunicazione la Val di Fiemme con la Valsugana.
Il gruppo del Lagorai è ancora un posto dove la natura non è stata addomesticata più di tanto dalle esigenze dell'uomo moderno al contrario delle vicine Val di Fiemme e Fassa.
Per cui il nostro itinerario si svolgerà in un'ambiente solitario dove l'unico rumore è dato dallo scorrere dell'acqua dei ruscelli che alimentano i numerosi laghetti della zona e quello del vento che si infila tra le creste delle cime.
Per info ed iscrizioni: GianniMorandini 340 3582697 o 348 5290404
Scheda descrittiva:
Luogo e orario di ritrovo: Casello di Vr sud ore 07.00
Percorso stradale: A4 direzione Milano,si svolta sulla A22 direzione Trento,uscita TN centro, SS47 direzione Padova fino uscita Borgo Valsugana,Telve,Passo Manghen
Difficoltà:E (escursionistica)
Attrezzatura:Normale da escursione (tenere conto che siamo a quote superiori i 2000mt)
Tempi e dislivelli: 5.30/6 ore escluse le soste 500 mt in salita idem in discesa
Pranzo: Al sacco
Descrizione dell'itinerario
Da Passo Manghen (mt2047) si prende il sent.322 in direzione est sul versante nord della cresta principale del gruppo del lagorai.Dopo aver costeggiato il lago delle Buse continueremo in direzione est restando comunque sempre in quota fino ad arrivare alla forcella di Montalon che ci consentirà di scavalcare la cresta per portarci sul versante sud.
Appena dopo la forcella incontreremo il lago di Montalon dove faremo una sosta per il pranzo al sacco. Dal lago si prende il sent 622b fino alla forcella Ziolera dove passeremo in mezzo ai resti dei baraccamenti e delle postazioni della prima guerra mondiale.Da qui non ci resta che raggiungere la forcella dei Frati per poi scendere di nuovo al passo Manghen.
giovedì 11 settembre 2008
L'impresa degli speleologi forlivesi - In grotta per 50 ore
http://www.splugadellapreta.it/
da http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/:
" Sono Matteo Turci, Fabrizio Bandini, Massimiliano Mambelli dello Speleo Club Forlì che hanno partecipato a una spedizione impegnativa all’interno della 'Spluga della Preta', un abisso nei monti Lessini.
Una bella impresa ha visto come protagonisti tre speleologi forlivesi, Matteo Turci, Fabrizio Bandini, Massimiliano Mambelli dello Speleo Club Forlì, che, insieme al collega Fabrizio Spazzoli del G.S.A di Ravenna, hanno partecipato a una spedizione all’interno della “Spluga della Preta”, un abisso, il cui ingresso si trova a circa 1500 metri di quota sui monti Lessini, nel Veronese.
La grotta è famosissima nell’ambiente speleologo, in quanto, per accedervi, è necessario scendere in un grandioso 'pozzo' a cielo aperto profondo 131 metri: la severità dei suoi stretti e freddi meandri, che improvvisamente si perdono in baratri oscuri che paiono infiniti, fanno della Spluga della Preta uno degli ambienti in grotta più affascinanti e nello stesso tempo più impegnativi nel panorama della cavità nazionali, tanto che negli ultimi 80 anni questa discesa è stata compiuta da centinaia di esploratori, senza tuttavia riuscire a svelarne alcuni dei misteri.
Il gruppo di speleologi forlivesi ha raggiunto il campo base posto a circa 700 metri di profondità e da qui è partito per la sala Nera, vecchio fondo della grotta a meno 800, con lo scopo di recuperare corde e materiali lasciati da spedizioni precedenti, preziosi per proseguire l’esplorazione di un ramo laterale scoperto da poco nei pressi dello stesso campo. Prima di poter affrontare questa impresa sono stati necessari allenamenti specifici di circa due mesi e, nonostante la perfetta forma fisica al momento della discesa nella 'Spluga', le difficoltà non sono state poche: “Non è stata per nulla facile – afferma Matteo Turci - la permanenza per tante ore a una tale distanza dall’ingresso, con una temperatura attorno ai 4 gradi, l’umidità al 100%, praticamente senza dormire e assimilando pochissimo cibo”. La spedizione si è comunque conclusa positivamente con l’ottenimento degli obiettivi prefissati ed il recupero del materiale posto nel fondo della grotta: dopo una progressione continua e faticosa di ben 12 ore di risalita il gruppo ha riconquistato la superficie. "
Disponibile anche il racconto di uno dei protagonisti in: http://www.speleoclubforli.it/
martedì 9 settembre 2008
estate 2008.. le immagini dei soci Adm
Val Miller (Adamello) -luglio 2008
lunedì 8 settembre 2008
ALP Ritratti #II Riccardo Cassin
Molti legano "Cassin" ad un marchio di attrezzature di montagna, picozze, imbragature ecc. ma Cassin (Riccardo) è soprattutto un alpinista "storico" nel vero senso del termine.
Alle soglie dei cent'anni, ha attraversato tutto il secolo scorso, creando capolavori che sono ambiti e inseguiti ancora oggi da alpinisti di tutto il mondo, sulle alpi, in Karakorum e in Alaska.
Alleghiamo il sommario presente sul numero di ALP in oggetto.
" Il sorriso e gli occhietti azzurri sono quelli di una volta, come la grinta che a quasi cento anni non lo ha abbandonato. Anche le parole sono sempre le stesse: pochissime e inequivocabili, definite come uno spigolo di granito. Le mani, però, sono cambiate: dopo una vita di fatiche, in officina e in parete, si stanno godendo il meritato riposo. Sono le mani di un nonno ma anche del "grande vecchio" dell'alpinismo mondiale, che mai si è sognato di risparmiarle e forse, qualche volta, le ha ringraziate per non aver mollato la presa, per essere arrivate al limite senza aprirsi. Quelle mani, hanno fatto la storia dell'avventura verticale stringendo appigli inviolati, spingendosi in alto alla ricerca dell'unica via d'uscita, afferrando il martello per piantare chiodi da paura o buoni per appenderci un elefante. Le mani di Riccardo Cassin hanno creato monumenti che il tempo non ha intaccato: scalate esemplari, "classiche", frutto dell'azione che anticipava il pensiero. Le linee di Cassin - e forse, più di tutte, quella sulla Nord est del Pizzo Badile - sono le vie "delle pareti", che affrontano di petto il problema e lo risolvono con una maestria che potremmo definire "artigianale", in cui la tecnica è totalmente al servizio della volontà. La genialità sregolata non è mai appartenuta a Riccardo: lui, più di tutto, è stato un campione di metodo, che puntava al traguardo e inevitabilmente lo raggiungeva, con la precisione di un orologio svizzero. La leggenda di Cassin sta tutta nelle sue vie: è da lì - e non dalle idee, dagli scritti o da altro - che bisogna partire per capire l'uomo e l'alpinista. Ecco allora spiegata la nostra scelta: presentare Riccardo attraverso i suoi capolavori, piazzando al centro la "triade alpina" che ha caratterizzato un'epoca e che non vuole passare di moda (andate a leggere cosa ci hanno raccontato in proposito Much Mayr, Rossano Libera, Roger Schäli e Josune Bereziartu). Da una parte e dall'altra, a incorniciare la Cima Ovest, il Badile e la Walker, stanno le Grigne e le grandi montagne extraeuropee, in un intrecciarsi di passato e presente con episodi ormai mitici e storie mai raccontate, con immagini in bianco e nero e scatti a colori dei fuoriclasse contemporanei. Cassin ci ha fatti viaggiare nello spazio e nel tempo, per migliaia di chilometri e da un'epoca a un'altra: è il filo conduttore che dai pionieri sulle montagne lecchesi ci ha portati all'alpinismo globale dei campi base che sembrano campeggi. Lui, come le sue vie, ha resistito alle fiamme del tempo; ha cavalcato i cambiamenti restando tuttavia se stesso e oggi, a chi si domanda "dove va l'alpinismo?", risponde da par suo, con la ricetta lapidaria che risolve ogni problema: «In montagna. Tutto il resto è un di più»
di Carlo Caccia e Roberto Mantovani "
Prezzo: 6,50
Pagine: 120
Anno: 2008
domenica 7 settembre 2008
da www.larena.it - 6 settembre 2008: Ora il Filmfestival fa tendenza
" È calato il sipario sull’edizione dei record del Film Festival della LESSINIA e si tirano le prime somme: 10 serate di proiezioni di cui 8 contemporaneamente in due sale, oltre a 5 proiezioni pomeridiane. «È raddoppiato il numero dei film in visione rispetto all’anno scorso e abbiamo avuto una media di 450 spettatori a serata, contando anche gli eventi speciali», annuncia Alessandro Anderloni, direttore artistico del Film Festival. Buono il riscontro per la Libreria della montagna e la Piazza del festival, eventi organizzati su piazza Marconi, all’ingresso del teatro Vittoria e che hanno attirato pubblico prima e dopo le proiezioni. «Aggiungerei anche la mostra “LESSINIA di pietra” che ha caratterizzato un aspetto importante della nostra montagna, con l’esposizione dei pannelli nell’atrio della sala Olimpica e la presenza dell’architetto Paolo Portoghesi», aggiunge Anderloni. Ed ora il livello artistico della manifestazione: «Non credo di esagerare definendolo ottimo con due momenti alti», ricorda Anderloni, «il concerto della Caucasian Chamber Orchestra in prima nazionale e la proiezione della sua storia e della sue finalità che è stato il film «Grozny dreaming», prima mondiale e premio LESSINIA d’oro 2008. La presenza degli orchestrali caucasici proprio nei giorni del conflitto armato tra Georgia e Russia ha costituito uno dei momenti più toccanti del Festival», riconosce Anderloni, «e ci siamo impegnati a sostenere gli ideali di questa compagine anche con iniziative future». «Il secondo momento alto è stato la presenza del regista svizzero Fredi Murer le cui opere hanno entusiasmato il pubblico sebbene Murer non possa definirsi autore di film da cassetta. La risposta entusiastica degli spettatori ha sorpreso lo stesso regista che si è complimentato per l’atmosfera trovata, per l’accoglienza e per l’idea di un festival dedicato a vita storia e tradizione in montagna, così vicino alla sua sensibilità». Dunque una rassegna che non ha più bisogno di pescare tra i vincitori di altri festival per mostrare pellicole di livello: «Abbiamo ricevuto conferma di un salto di qualità e dell’ottimo livello raggiunto proprio dalle proiezioni in anteprima mondiale e italiana e dalla difficoltà della giuria costretta ad assegnare un paio di ex aequo».Una macchina di questo genere chiede risorse e impegno che non si possono condensare in poche settimane prima dell’inizio del festival: «Dal punto di vista organizzativo siamo al limite di quanto si possa fare contando sulle forze attuali. La manifestazione non è andata male ma non si può più pensare di gestirla così perché in più di un’occasione abbiamo rischiato che la macchina si inceppasse: lo staff che ha lavorato è splendido e molto professionale ma per il 2009 rischiamo di essere in difficoltà senza una struttura stabile», dice Anderloni.Si torna a parlare di soldi: «Purtroppo è venuto meno l’apporto di uno degli enti che lo avevano garantito, perché al pareggio di bilancio manca solo questa voce».«Con il grazie a chi ci ha sostenuto: Regione, Provincia, Comunità montana e Parco della LESSINIA, Comune di Boscochiesanuova, Consorzio Verona Tuttintorno e Cassa rurale Bassa Vallagarina chiedo anche un ulteriore sforzo per ripianare il debito. Spero che tutti capiscano che quanto si sta facendo è vanto per la montagna veronese "