domenica 31 agosto 2008

Da L'Arena del 22 Agosto 2008 - Il rifugio «Novezzina» riapre con più posti

photo by: http://rifugionovezzina.blogspot.com/

Domani il mosaico dell’ospitalità baldense si riappropria di un altro tassello. È prevista infatti per le 11.30 la cerimonia di di inaugurazione del rifugio Novezzina, che è stato radicalmente ristrutturato e ampliato.Il Monte Baldo potrà contare così su quella che sarà a tutti gli effetti una «nuova» struttura di accoglienza: un rifugio con 50 posti letto (dieci in più di quelli che erano disponibili fino alla passata stagione), una zona ristorante ampliata e resa anche più accogliente, un «punto di informazione» per i visitatori e i molti escursionisti che percorrono i sentieri del Baldo. E infine un’area multimediale, cui spetta la funzione di divulgare le bellezze del’adiacente Orto botanico e tutti i tesori di flora e fauna del comprensorio baldense. Uno scrigno di natura che si vorrebbe rendere fruibile per i visitatori in tutte le stagioni dell’anno.I lavori di ristrutturazione e ampliamento sono durati circa un anno; un intervento impegnativo che ha comportato la realizzazione di un nuovo corpo di fabbricato, che si è aggiunto a quello già esistente. ma in modo di integrarsi armonicamente con l’ambiente circostante.All’inaugurazione parteciperanno il sindaco di Ferrara di Monte Baldo, Paolo Rossi, insieme con quello della Comunità montana del Baldo, Cipriano Castellani, oltre il vicepresidente della Provincia Antonio Pastorello e a numerose autorità regionali e locali.Il parroco di Ferrara di Monte Baldo, Mario Brutti, darà la benedizione al rifugio. Che ora si appresta, in questo finale di stagione, ad accogliere gli ancora numerosi turisti che visitano la zona tra Ferrara e le pendici del Monte Baldo.Dalle ore 10.30 sarà, inoltre, possibile effettuare una visita guidata all’annesso Orto Botanico. Un’ulteriore occasione, insieme a quelle offerte a più riprese durante l’estatedal vicino (e «blasonato») Osservatorio astronomico «Gelodi» per entrare in contatto con i diversi aspetti della natura. siano essi le stelle (il Baldo è conosciuto come uno dei migliori punti di osservazione) o la flora e la fauna. Attrattive che richiamano il turismo, estero e locale.

lunedì 25 agosto 2008

Passo Manghen - Domenica 14 Settembre 2008

Il passo Manghen ( Mappa Google Maps ) è collocato nella parte ovest del gruppo del Lagorai sullo spartiacque tra il fiume Brenta e Adige e mette in comunicazione la Val di Fiemme con la Valsugana.
Il gruppo del Lagorai è ancora un posto dove la natura non è stata addomesticata più di tanto dalle esigenze dell'uomo moderno al contrario delle vicine Val di Fiemme e Fassa.
Per cui il nostro itinerario si svolgerà in un'ambiente solitario dove l'unico rumore è dato dallo scorrere dell'acqua dei ruscelli che alimentano i numerosi laghetti della zona e quello del vento che si infila tra le creste delle cime.

Per info ed iscrizioni: GianniMorandini 340 3582697 o 348 5290404

Scheda descrittiva

Luogo e orario di ritrovo: Casello di Vr sud ore 07.00
Percorso stradale: A4 direzione Milano,si svolta sulla A22 direzione Trento,uscita TN centro, SS47 direzione Padova fino uscita Borgo Valsugana,Telve,Passo Manghen
Difficoltà:E (escursionistica)
Attrezzatura:Normale da escursione (tenere conto che siamo a quote superiori i 2000mt)
Tempi e dislivelli: 5.30/6 ore escluse le soste 500 mt in salita idem in discesa
Pranzo: Al sacco
Descrizione dell'itinerario
Da Passo Manghen (mt2047) si prende il sent.322 in direzione est sul versante nord della cresta principale del gruppo del lagorai.Dopo aver costeggiato il lago delle Buse continueremo in direzione est restando comunque sempre in quota fino ad arrivare alla forcella di Montalon che ci consentirà di scavalcare la cresta per portarci sul versante sud.
Appena dopo la forcella incontreremo
il lago di Montalon dove faremo una sosta per il pranzo al sacco. Dal lago si prende il sent 622b fino alla forcella Ziolera dove passeremo in mezzo ai resti dei baraccamenti e delle postazioni della prima guerra mondiale.Da qui non ci resta che raggiungere la forcella dei Frati per poi scendere di nuovo al passo Manghen.

giovedì 21 agosto 2008

da www.larena.it "Storia, tradizioni e vita sui monti sono da premiare"

Da "L'Arena" del 19 agosto, http://www.larena.it/
" La XIV edizione del Film Festival della LESSINIa si aprirà ufficialmente sabato prossimo alle ore 21, con una prolusione venerdì alla stessa ora nel teatro Vittoria, in cui sarà di scena, per la prima volta in Italia, la Caucasian Chamber Orchestra, fondata nel 2003 dal direttore, compositore e pianista tedesco Uwe Berkemer. Riunisce 17 musicisti professionisti, provenienti da differenti paesi delle regioni montuose del Caucaso, terre allo sbando dopo la caduta dell'Unione Sovietica. L'intento di Uwe Berkemer è dimostrare, grazie alla musica, che una convivenza pacifica, in questi paesi martoriati dalle guerre e dai conflitti etnici, è possibile.Fino a sabato 30 agosto si alterneranno, nelle due sale del Teatro Vittoria, le proiezioni di 47 film, provenienti da 15 nazioni, sul tema "vita, storia e tradizioni in montagna". Sono 26 film in concorso, 6 film nella sezione speciale "Altre montagne", 5 film nella sezione LESSINIa e 10 gli eventi speciali.Delle 26 opere in concorso, che si contendono i premi in palio, cioè la LESSINIa d'oro, la LESSINIa d'argento e gli altri premi, undici sono presentate in anteprima italiana. La Germania si conferma la nazione più rappresentata, con cinque film. Sono tre i film italiani e tre quelli spagnoli. Le altre opere provengono dalla Svizzera, dalla Francia, dall'Austria, dalla Slovenia, dalla Romania, dalla Serbia, dal Montenegro, dalla Russia, dalla Georgia, dal Brasile, dall'Argentina e dagli Stati Uniti.Nella sezione speciale fuori concorso "Altre Montagne" verranno presentati sei film italiani, tedeschi e svizzeri con una panoramica sulle montagne di tutto il mondo, dalle Alpi, alle Ande, all'Himalaya, all'Ararat.Ci sono anche cinque film che si contenderanno il premio della sezione LESSINIa, dedicata alle montagne veronesi, presentati tutti in anteprima assoluta.L'ospite d'onore di questa edizione del Film Festival della LESSINIa è il regista svizzero Fredi M. Murer che sarà a Boscochiesanuova per presentare due dei suoi capolavori dedicati alla montagna: Höhenfeuer (Il falò), vincitore nel 1985 del Pardo d'Oro al Film Festival di Locarno, e il film-documentario Wir Bergler in den Bergen sind eigentlich nicht schuld, dass wir da sind (Non è colpa nostra se siamo montanari). Murer incontrerà il pubblico del Film Festival della LESSINIa il mattino di venerdì 29.Con la retrospettiva «La Televisione Bavarese e il mondo della montagna» il Film Festival della LESSINIa inaugura quest'anno un ciclo di esplorazioni, che continuerà nelle prossime edizioni, sulle programmazioni dedicate alla montagna dalle televisioni europee. Protagonista di quest’anno è la Radiotelevisione di Monaco di Baviera di cui verranno presentati tre film storici alla presenza del regista Otto Guggenbichler.Tra gli eventi speciali, un ricordo del regista svizzero Urs Frey, recentemente scomparso, a cui questa edizione del Film Festival è dedicata. Frey aveva vinto due primi premi in LESSINIa nel 2000 con L’è uscìa realizzata in collaborazione con Mike Wildbolz e nel 2004 con Chaus e muntognas, oltre al premio del Curatorium Cimbricum Veronense nell’edizione del 2002 con il film La scola da Soi. Di Urs Frey quest’anno verranno presentati tre film: L'è uscìa, Aria e Duonna Marcella.Per il novantesimo anniversario della fine della Grande guerra sarà proiettata la pellicola La guerra d'Italia a 3000 metri sull'Adamello, girata da Luca Comerio sul fronte italiano delle Alpi nel 1916. La proiezione vedrà l'accompagnamento musicale dal vivo del fisarmonicista Igino Maggiotto.Ai bambini il Film Festival dedica quest'anno un programma particolare, indicato da un apposito marchio sul programma, con tre sessioni di proiezioni in cui sono riuniti i film adatti a loro e con la proiezione speciale del film Le renard et l’enfant (La volpe e la bambina) che sarà preceduto dalla visione, in concorso, di un eccezionale documentario sul confezionamento di un film girato nel Parco nazionale d’Abruzzo. Ai bambini sono dedicate anche manifestazioni, laboratori e giochi durante tutta la settimana del Film Festival.Sono due le mostre all'interno del programma del Film Festival della LESSINIa. Sabato 23, in sala Olimpica si inaugura la mostra LESSINIa di pietra dedicata all'architettura dei Monti LESSINI, con un convegno che vedrà la presenza dell’architetto di fama internazionale Paolo Portoghesi. A lui la Comunità montana della LESSINIa ha affidato lo studio e la progettazione per il restauro e il riutilizzo di contrada Valle di Velo.Nel museo civico-etnografico è visitabile la mostra L'erba de catiorà dedicata alla vecchia farmacopea e alle erbe medicinali della tradizione popolare.Tra i convegni e gli incontri culturali è da segnalare quello organizzato martedì 26 dal Curatorium Cimbricum Veronense, in collaborazione con l'associazione Veronesi nel Mondo. Sotto il titolo «Al di qua e al di là del mar» in cui si dibatterà dell'emigrazione "cimbra" dall'Italia al Brasile.Giovedì 28 si terrà invece l'incontro con i ladini dell'Istitut Cultural Ladin "Majon de Fascegn".Nella Piazza del Festival, allestita nello spazio di piazza Marconi antistante al teatro Vittoria, si rinnova l'appuntamento con gli aperitivi del Festival durante i quali, ogni giorno, il pubblico avrà la possibilità di incontrare e di dialogare con i registi dei film.Nella Libreria della Montagna si terranno presentazioni editoriali e incontri con gli autori e, al mattino, sono in programma le escursioni guidate alla scoperta del territorio dei Monti LESSINI. Completano il calendario delle manifestazioni cinque esibizioni musicali: il trio Ancialibera (domenica 24), il Filò con i Cimbri (lunedì 25), il Canzoniere del Progno (martedì 26), il fisarmonicista Claus Soraperra (giovedì 28) e il duo Bube Sapràvie (sabato 30).Tutti i biglietti per le proiezioni sono in prevendita all'ufficio turistico di Piazza della Chiesa 34, nella galleria sotto il municipio (telefono 045-6782091).Per ulteriori informazioni è disponibile l’indirizzo email: info@filmfestivalLESSINIa.it. "

segnaliamo interessante News di www.caregaweb.com

Fumo rosso per il Tibet

lunedì 18 agosto 2008

da www.larena.it 9 agosto 08

SULLE CIME. Fumogeni di protesta pro Tibet e musica di cornamuse su cima Plische, letture di brani sul Monte Purga

E la Lessinia si colora di rosso
di Vittorio Zambaldo
" Alle 13, mentre da Pechino stavano per entrare nelle case le riprese dell’evento più pubblicizzato e atteso dell’anno, sulle cime delle nostre montagne si accendevano i fumogeni rossi della protesta e della solidarietà. Protesta contro le Olimpiadi, che con il pretesto di guardare solo allo sport hanno dimenticato su che terra e su che lacrime si stanno cercando i record e gli allori; solidarietà per un popolo, quello tibetano, che da mezzo secolo è privo di libertà e diritti.Le condizioni atmosferiche hanno reso meno spettacolare delle attese l’evento dell’accensione dei fumogeni rossi che avrebbero dovuto collegare gli animi e le preghiere da una cima all’altra.«Siamo partiti dal rifugio Revolto a piedi e raggiunto cima Plische in un paio d’ore, discutendo lungo la strada di diritti umani e di libertà violate», racconta Roberto Nordera, guida ambientale di Giazza che anche a nome del Curatorium Cimbricum Veronense ha portato i fumogeni e partecipato all’iniziativa. Con lui c’era il musicista e direttore del coro cimbro “Singar Laute” Emanuele Zanfretta e due loro amici, Giovanna e Ugo.«Fin sulla cima ci ha accompagnato il bel tempo e a mezzogiorno eravamo lassù. Ci siamo raccolti in riflessione, leggendo una poesia del monaco tibetano Palden Gyatso che ha scontato 33 anni di carcere e subito numerose torture e poi abbiamo iniziato ad accendere i fumogeni» ha riferito Roberto.Emanuele che si era portato a spalle la cornamusa scozzese fin sulla cima, ha suonato alcuni brani della tradizione «prima di intonare una musica che ho composto proprio per questa occasione, una riflessione in note che ho voluto dedicare al Tibet e a tutte le popolazioni che soffrono l’oppressione », ha raccontato Emanuele, una volta sceso a Giazza, dove dalla facciata del museo dei Cimbri pende la bandiera tibetana e lo striscione con la scritta «Free Tibet».La nebbia e la pioggia che è cominciata a cadere verso le 13 ha impedito di vedere cosa stesse succedendo sulle cime vicine, ma sulla strada dei ritorno gli escursionisti si sono trovati con altri che avevano ripetuto le stesse azioni su altre cime: Gianluca Perlato su Cima Tibet, vicino a Cima Madonnina, all’uscita del sentiero attrezzato Poiesi; Giuseppe dal Zovo su Cima Trappola; Bepi Magrin e una ragazza di origine tibetana sul CAREGA, dove ha letto alcune poesie nella sua lingua.Sul Monte Purga di Velo sono salite Le Falìe, per alcuni canti e la lettura di brani tratti dal libro di Alessandro Anderloni sulla vita di don Alberto Benedetti, «I castagnari».Anche la protesta pacifica e non violenta a favore del Tibet e dei diritti umani, nata col passaparola in internet e diventata fenomeno mondiale, sarà una di queste azioni per il futuro: ne sono convinti quanti vi hanno partecipato e l’ideatore, l’alpinista ed editore vicentino Alberto Peruffo, che ha chiesto di mettere in rete resoconti, foto e filmati dell’evento (http://www.sadsmokymountains.net/) "

mercoledì 13 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

Film Festival della Lessinia - XIV Edizione

A D M blog - diamo i numeri !

Ottimo responso di pubblico, al di là di ogni previsione, dopo sette mesi di attività del ns blog.
* Nell'ultimo mese +di 800 visite - circa 20 visite al giorno
* di cui +di 300 da Verona e provincia
* 120 visitatori sono tornati sul blog almeno 4 volte in un mese
ecc.
Per renderlo sempre più vivo e dinamico abbiamo bisogno di tutti voi, soci e simpatizzanti !

inviate suggerimenti e spunti per nuovi post a adm91blog@gmail.com !

domenica 3 agosto 2008

Domenica 24 agosto - Val Malga

Parco Nazionale Adamello-Brenta - Val Malga
La Val Malga è una delle principali valli laterali di sinistra orografica della Valcamonica, si sviluppa dall'abitato di Rino di Sonico fino al massiccio dell'Adamello; nella parte superiore si divide in valle del Miller a Est e conca del Baitone a settentrione.
E' percorsa dal torrente Remulo che viene alimentato dal torrente Miller e dall'emissario del lago Baitone. Ha andamento circa da Est a Ovest, ed il torrente Remulo confluisce nell'Oglio tra Sonico e Malonno.
Per info ed iscrizioni:
Davide Mantovanelli tel. 348 7035660
Quota d’iscrizione non soci Adm 3 €
ATTENZIONE: l'attività escursionistica e alpinistica è soggetta a rischi e pericoli soggettivi ed oggettivi. L'associazione Amici della montagna declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali infortuni che dovessero verificarsi in danno dei partecipanti nel corso delle escursioni programmate. Si fa presente che l’Associazione Amici della Montagna ha natura prettamente amatoriale, senza scopi di lucro, ed i suoi organizzatori e capo gita non sono professionisti, ma semplici appassionati della montagna, le cui competenze ineriscono esclusivamente alla logistica ed all’illustrazione dei percorsi escursionistici. Si esclude, pertanto, l’assunzione da parte degli stessi di qualsivoglia responsabilità riguardanti la tutela dell’incolumità dei partecipanti. Si fa, infine, presente che la partecipazione alle gite da parte di minori è ammessa solamente laddove questi siano accompagnati da genitori o da accompagnatori adulti che se ne assumano ogni responsabilità.

Luogo e ora di partenza: 7.00 Verona Sud
Percorso stradale: Casello Vr Sud – autostrada direzione MI - uscita di Brescia
- Strada statale della Val Camonica sino a Glere-Resega -Rifugio albergo Faet - parcheggio al ponte del Guat
Attrezzatura: Normale attrezzatura da escursione - scarponi, berretto, guanti, giacca a vento, pranzo al sacco.
Difficoltà: EE
Descrizione:
Dal parcheggio del Ponte del Guat (1.528 m.) ci incamminiamo per il sentiero n.13-23 verso malga Premassone (1.585 m.). Al bivio proseguiamo dritti per malga Frino (1.695 m.). Si continua sul sentiero 23 sino ad arrivare al rifugio Gnutti (2.168 m.).Dal rifugio si prende l’alta via dell’Adamello n°1 in direzione lago Baitone e rifugio omonimo. Arrivati al Passo del Gatto (2.103 m.) bisogna fare molta attenzione perché si cammina su cenge esposte, attrezzate con corde fisse (passo sicuro), che tagliano il versante meridionale di cima del Corno del Lago. Da qui si arriva al Rifugio Baitone (2.250 m.) e la salita è terminata. Il ritorno si effettua prendendo il sentiero n° 13 e, molto velocemente, si arriverà alla già visitata malga Premassone. Da qui si prosegue sino al ponte del Guat ossia alla fine dell’escursione.

notte di stelle al revolto - da www.larena.it

«Venite al rifugio Revolto e vi farò vedere le stelle. E non solo». Questo, in sintesi, lo slogan coniato da Giorgio Annechini, originario di San Pietro in Cariano, ma che da un anno si è trasferito in pianta stabile assieme alla moglie Alessandra alle falde del Carega per realizzare quello che era il suo sogno: gestire un rifugio. Nella fattispecie, appunto, il Revolto che, di proprietà di Veneto Agricoltura, dopo la pluriennale, impeccabile gestione di Elena Falsirolo e Federico Mattioli, nell’estate 2006 era rimasto inattivo. Poi, nella primavera 2007, il bando di concorso vede vincitrice la coppia di San Pietro, che si aggiudica così la gestione dello storico edificio, base per tutte le principali vie di accesso al Carega. «E’ stata una enorme soddisfazione», racconta Giorgio Annechini, «essere stati scelti per la gestione del Revolto, una soddisfazione che però ha richiesto, e richiede, un prezzo in termini di lavoro e sacrifici». Ma i risultati si vedono. Tanto che se lo si rivede adesso dopo tanti anni non sembra quasi più lo stesso rifugio. Verrebbe da ridenominarlo «rifugio Stravolto», anziché Revolto. In senso positivo, è ovvio, anche se non sono mancate le critiche. Gli stravolgimenti non riguardano tanto la struttura muraria, che è rimasta di fatto invariata, quanto l’arredamento interno e il piazzale, che ora ospita una terrazza solarium con sdraio e un gazebo, un piccolo parco per i bambini e alcuni distributori di giochi. Una iniziativa, quest’ultima, che però ha lasciato perplessi numerosi frequentatori del Carega. Gli stravolgimenti riguardano anche il tipo di gestione. A questo proposito Giorgio Annechini dimostra di avere le idee ben chiare. «Per anni», spiega il gestore, «ho frequentato le montagne dell’Alto Adige e, devo ammetterlo, ciò che più mi affascinava non era tanto la bellezza delle crode quanto il modo in cui venivano gestiti i rifugi, la loro organizzazione, l’estrema professionalità. Cosicché approfittavo dell’occasione per informarmi e carpire i segreti di tanta efficienza.
«E naturalmente, sognavo di potere anch’io, un giorno, avere un rifugio nel quale mettere in pratica ciò che stavo imparando. E lo cercavo proprio sulle montagne del veronese, non solo perché sono le più vicine a casa, ma anche e soprattutto perché mi piaceva la sfida di riuscire a offrire da noi una gestione di tipo altoatesino o austriaco, Una sfida che è, salvo eccezioni, un po’ controcorrente visto il tipo di servizio, che potremmo definire spartano, solitamente offerto sulle nostre montagne». Forse la sfida di Annechini è proprio al Revolto che può essere vinta più facilmente. Raggiungibile in auto, ma comunque ubicato in un contesto ambientale suggestivo, più che un rifugio in senso stretto. può essere considerato un ristorante con possibilità di alloggio. E a scorrere il menù c’è da farsi venire il capogiro, tanto ricca è la scelta: dagli gnocchi di farina speciale alla polenta con funghi e formaggio fuso, ai dolci, tutti fatti in casa. «Abbiamo dato un’impronta da ristorante a questo rifugio», spiega sempre Annechini, «perché ci siamo accorti che offrendo soltanto quei due o tre piatti da rifugio non potevamo sperare che la gente si fermasse. In fondo qui si arriva e da qui si parte per il Carega e, come è naturale, l’escursionista tende a pranzare in quota. Offrendo una terrazza panoramica, uno spazio per i bambini e un ricco menù abbiamo visto che, specie nel fine settimana, qualcuno sale qui anche solo per gustare il panorama, la quiete e il cibo». Annechini, sempre attento a soddisfare qualsiasi cliente, ha trovato anche il modo di coniugare la vena romantica del luogo alla ristorazione facendo comunella con il gruppo Gastrofili, un nome che la dice lunga. Approfittando del fatto che l’inquinamento luminoso nel cuore del Carega è pressoché nullo, Annechini si è messo in contatto con questo gruppo di astrofili di San Giovanni Ilarione che, come si evince dal nome che hanno dato alla propria associazione, coniugano l’osservazione della volta celeste alla buona tavola. «Tempo permettendo», spiega Annechini, «stiamo organizzando per sabato 9 agosto una serata speciale: porteremo al rifugio un telescopio professionale collegato a un maxi schermo, così da potere invitare duecento persone ad ammirare da vicino le stelle». E d’inverno? Anche durante la stagione fredda il rifugio resta aperto per offrire servizio ad alpinisti, sci alpinisti e «ciaspolatori». Per questi ultimi, fra l’altro, Annechini ha comprato sessanta coppie di racchette da neve, così da poter offrire servizio di noleggio. «Per fortuna d’inverno», racconta Annechini, «Romeo Cappelletti con la sua macchina spalaneve ci consente di arrivare al rifugio con l’automobile e per questo suo lavoro desidero ringraziarlo pubblicamente. Ora ci si dovrà attivare per trovare una macchina spargisale e dopo non ci sarà più nessun problema». Insomma, Annechini pensa proprio a tutto e a tutti. Persino ai motociclisti ai quali riserva non solo un menù speciale, ma anche la possibilità di parcheggiare su terreno pianeggiante nei pressi del rifugio. Un’ultima curiosità: Annechini è un patito dei Nomadi: se volete uno sconto, quindi, quando chiedete il conto non dimenticate di canticchiare le note di «Io vagabondo» "
di Eugenio Cipriani da l'Arena di Verona del 2 agosto 2008