lunedì 18 agosto 2008

da www.larena.it 9 agosto 08

SULLE CIME. Fumogeni di protesta pro Tibet e musica di cornamuse su cima Plische, letture di brani sul Monte Purga

E la Lessinia si colora di rosso
di Vittorio Zambaldo
" Alle 13, mentre da Pechino stavano per entrare nelle case le riprese dell’evento più pubblicizzato e atteso dell’anno, sulle cime delle nostre montagne si accendevano i fumogeni rossi della protesta e della solidarietà. Protesta contro le Olimpiadi, che con il pretesto di guardare solo allo sport hanno dimenticato su che terra e su che lacrime si stanno cercando i record e gli allori; solidarietà per un popolo, quello tibetano, che da mezzo secolo è privo di libertà e diritti.Le condizioni atmosferiche hanno reso meno spettacolare delle attese l’evento dell’accensione dei fumogeni rossi che avrebbero dovuto collegare gli animi e le preghiere da una cima all’altra.«Siamo partiti dal rifugio Revolto a piedi e raggiunto cima Plische in un paio d’ore, discutendo lungo la strada di diritti umani e di libertà violate», racconta Roberto Nordera, guida ambientale di Giazza che anche a nome del Curatorium Cimbricum Veronense ha portato i fumogeni e partecipato all’iniziativa. Con lui c’era il musicista e direttore del coro cimbro “Singar Laute” Emanuele Zanfretta e due loro amici, Giovanna e Ugo.«Fin sulla cima ci ha accompagnato il bel tempo e a mezzogiorno eravamo lassù. Ci siamo raccolti in riflessione, leggendo una poesia del monaco tibetano Palden Gyatso che ha scontato 33 anni di carcere e subito numerose torture e poi abbiamo iniziato ad accendere i fumogeni» ha riferito Roberto.Emanuele che si era portato a spalle la cornamusa scozzese fin sulla cima, ha suonato alcuni brani della tradizione «prima di intonare una musica che ho composto proprio per questa occasione, una riflessione in note che ho voluto dedicare al Tibet e a tutte le popolazioni che soffrono l’oppressione », ha raccontato Emanuele, una volta sceso a Giazza, dove dalla facciata del museo dei Cimbri pende la bandiera tibetana e lo striscione con la scritta «Free Tibet».La nebbia e la pioggia che è cominciata a cadere verso le 13 ha impedito di vedere cosa stesse succedendo sulle cime vicine, ma sulla strada dei ritorno gli escursionisti si sono trovati con altri che avevano ripetuto le stesse azioni su altre cime: Gianluca Perlato su Cima Tibet, vicino a Cima Madonnina, all’uscita del sentiero attrezzato Poiesi; Giuseppe dal Zovo su Cima Trappola; Bepi Magrin e una ragazza di origine tibetana sul CAREGA, dove ha letto alcune poesie nella sua lingua.Sul Monte Purga di Velo sono salite Le Falìe, per alcuni canti e la lettura di brani tratti dal libro di Alessandro Anderloni sulla vita di don Alberto Benedetti, «I castagnari».Anche la protesta pacifica e non violenta a favore del Tibet e dei diritti umani, nata col passaparola in internet e diventata fenomeno mondiale, sarà una di queste azioni per il futuro: ne sono convinti quanti vi hanno partecipato e l’ideatore, l’alpinista ed editore vicentino Alberto Peruffo, che ha chiesto di mettere in rete resoconti, foto e filmati dell’evento (http://www.sadsmokymountains.net/) "

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