Oltre 120 partecipanti alla festa Adm organizzata presso Villa Giuliari ad Albarè !
Aggiunte altre foto...
(l'album si arrichisce)
Bovolone - Verona. L’Associazione opera nella zona del basso veronese dal 1991. Nata per iniziativa di un gruppo di amici appassionati di montagna, si propone come obiettivo quello di mettere in contatto fra di loro gli escursionisti e alpinisti della nostra zona. -> Info: adm91blog@gmail.com
martedì 24 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
ULTIME NEWS festa Adm 22 maggio 2011 - Villa Giuliari - Albarè di Costermano
Domenica la Villa e gli spazi comuni saranno condivisi con la Festa MANGIAFIABA ( http://www.mangiafiaba.it/ ). Terza edizione di questa festa dedicata ai bambini.
Gli eventi organizzati saranno a disposizione anche dei partecipanti festa Adm.
All'arrivo presso la Villa, invitiamo i soci ed amici Adm a seguire le indicazionI per la Festa Adm. CI SONO I TAVOLI A NOI RISERVATI
Vi aspettiamo !
Gli eventi organizzati saranno a disposizione anche dei partecipanti festa Adm.
All'arrivo presso la Villa, invitiamo i soci ed amici Adm a seguire le indicazionI per la Festa Adm. CI SONO I TAVOLI A NOI RISERVATI
Vi aspettiamo !
martedì 17 maggio 2011
lunedì 16 maggio 2011
domenica 15 maggio 2011
risposta a "Diego Marani: vent'anni dopo"
ne ho fatto il miglior uso che ne potevo fare..l'ho già pubblicato!
grazie a te Diego
si è vero siamo riusciti a portare avanti questa associazione per vent'anni, con passione e sacrifici ma sta diventando anche sempre più dura..
da "Associazione Amici della Montagna" si sta trasformando in semplici.. amici in montagna. Alcune volte scherzando - ma non troppo - ci diciamo, ormai stiamo organizzando le gite solo per noi.. organizziamo le gite che ci piacono e che vorremmo fare.. lasciamo al cai o ad altre associazioni i calendari che "vanno bene per tutti" e che raccolgono i favori di più soci possibili.
Alcune volte mancano le motivazioni e nel direttivo siamo consapevoli che dovremmo disporre di nuove energie..
egoisticamente penso che il tempo manca, fra impegni familiari, di lavoro e Adm resta poco tempo da dedicare anche all'attività alpinistica...
i figli non mancano, ma sono ancora piccoli, dovremmo tenere duro ancora per qualche anno, cercheremo di farlo !
Intanto festeggiamo i VENT'ANNI Adm.
Mi sto rendendo conto quanto è cambiata l'associazione e quanto siamo cambiati noi in questi vent'anni proprio dall'organizzazione di questa festa... noi del direttivo la vediamo come una cosa importante, una scadenza fondamentale nel percorso Adm.. ma abbiamo perso per strada in questi anni moltissimi soci ed amici che hanno scelto di non faticare più sui sentieri alla domenica..è giusto così.. non tutto gira intorno alla montagna e all'Adm !
Andrea Negri
si è vero siamo riusciti a portare avanti questa associazione per vent'anni, con passione e sacrifici ma sta diventando anche sempre più dura..
da "Associazione Amici della Montagna" si sta trasformando in semplici.. amici in montagna. Alcune volte scherzando - ma non troppo - ci diciamo, ormai stiamo organizzando le gite solo per noi.. organizziamo le gite che ci piacono e che vorremmo fare.. lasciamo al cai o ad altre associazioni i calendari che "vanno bene per tutti" e che raccolgono i favori di più soci possibili.
Alcune volte mancano le motivazioni e nel direttivo siamo consapevoli che dovremmo disporre di nuove energie..
egoisticamente penso che il tempo manca, fra impegni familiari, di lavoro e Adm resta poco tempo da dedicare anche all'attività alpinistica...
i figli non mancano, ma sono ancora piccoli, dovremmo tenere duro ancora per qualche anno, cercheremo di farlo !
Intanto festeggiamo i VENT'ANNI Adm.
Mi sto rendendo conto quanto è cambiata l'associazione e quanto siamo cambiati noi in questi vent'anni proprio dall'organizzazione di questa festa... noi del direttivo la vediamo come una cosa importante, una scadenza fondamentale nel percorso Adm.. ma abbiamo perso per strada in questi anni moltissimi soci ed amici che hanno scelto di non faticare più sui sentieri alla domenica..è giusto così.. non tutto gira intorno alla montagna e all'Adm !
Andrea Negri
da Diego Marani: vent'anni dopo..
"Caro Andrea,
ti scrivo due righe per ringraziare, in primo luogo te e Davide e poi tutto il direttivo, per quello che avete fatto in questi venti (!) anni per gli Amici della montagna.
*** Qualche volta mi sembra incredibile che una piccola associazione nata tra Nogara e Bovolone sia riuscita a portare in montagna a camminare centinaia di persone.
Ti ricordi? Quando abbiamo deciso di fondare un'associazione - con molto entusiasmo e un poco di incoscienza, tipici dei ventenni - le sedi Cai più vicine erano Verona, Mantova, e Legnago. Nella Bassa nulla esisteva, o quasi. A Nogara nemmeno c'erano gli scout.Nessuno dei soci fondatori aveva esperienza di montagna, neppure come alpino sotto la naia. L'esperienza ce la siamo fatta da soli, camminando. Il Carega in tutte le stagioni e in tutti i modi - dai sentieri alle ferrate, dai vai pieni di neve ai primi tiri di corda - è stata la nostra scuola e palestra. Poi un corso al Cai di «introduzione e avvicinamento alla montagna», perché appunto alla montagna bisognava avvicinarsi in qualche modo preparati. Insomma la Bassa - nomen omen - era quanto di più distante ci fosse dalla montagna. Perché dunque fondare l'Associazione amici della montagna?
***"Associazione" perché era comunque importante un aspetto formale, con soci che sostenessero il progetto, con un presidente e un direttivo che si prendessero delle responsabilità - cioè che fossero in grado di dare delle risposte -, con una struttura che permettesse di entrare in contatto con le istituzioni e con le altre associazioni. Oggi può forse apparire scontato, averlo fatto a vent'anni mi sembra la dimostrazione che i fondatori sono riusciti a vedere lontano.
***"amici" ha secondo me un doppio significato: primo, perché chi ha fondato l'Adm probabilmente si sentiva un gruppo di amici, che già sognava i possibili viaggi e le possibili escursioni da fare insieme, che al sabato bevendo un caffè guardava la cartina della gita della domenica. A vent'anni o giù di lì gli amici sono molto, se non quasi tutto. Senza amicizia non si costruisce niente o quasi niente."amici" però voleva dire anche cercare di creare, attraverso il semplice fatto di camminare insieme - perché una giornata di cammino insieme ti offre la possibilità di conoscere una persona meglio che dieci serata in pizzeria/cinema/discoteca -, relazioni umane vere, e positive, e magari qualche volta anche profonde. Il fatto che i due presidenti della storia degli Adm abbiano conosciuto le loro rispettive mogli andando in montagna, è naturalmente solo una pura coincidenza....
***"della montagna" perché per noi della Bassa la montagna è stata e forse continua a essere una enorme calamita: vedevi il Baldo e il Carega là in fondo, a Nord, abbastanza vicini soprattutto la mattina presto, d'inverno spesso coperti di neve, eppure sembravano irraggiungibili. Erano tutt'al più posti dove andare a mangiare d'estate o fare una gita con la parrocchia.Ma la montagna, il camminare e l'arrampicare, erano quasi inconcepibili. Le Dolomiti e le Alpi, poi, erano un mondo di cartoline. Non di camminate."Andare in montagna" quindi voleva dire non solo andare sul Carega e sul Baldo, ma dare importanza all'atto del camminare; rendersi conto che lo stesso sentiero è completamente diverso in giugno, in ottobre o in gennaio; arrivare in cima per vedere il panorama e vedere una cima vicina, su cui magari vorremo un giorno salire per vedere la prossima cima che ci chiama."Andare in montagna", in quei primi anni Novanta in cui sembrava che tutto dovesse e potesse cambiare in Italia, anche se alla fine poco o nulla è cambiato, voleva dire cambiare innanzitutto le proprie abitudini, dare valore importanza alla montagna anche come occasione (ne avevamo così poche) per conoscere piante a animali, rocce e ruscelli, insomma per avvicinarsi, anche solo di un po', alla natura."Andare in montagna" voleva anche dire - in un periodo che stava trasformando qualunque passione in hobby o tempo libero e che avrebbe creato un segmento di mercato e di moda perfino per l'abbigliamento e le attrezzature per la montagna - rifiutare quell'approccio consumistico; voleva dire semplicemente infilarsi un paio di scarponi e uno zaino per andare a camminare.
***Ecco, dopo venti anni, io sono grato a te e tutto il direttivo non solo perché non avete lasciato morire quelle intuizioni iniziali, perché non avete mollato mai, ma anche e soprattutto perché siete riusciti - organizzando centinaia di gite - a portare avanti una cosa così bella.Grazie ancora e auguri: perché già adesso alcuni soci portano in gita a camminare i loro figli. E quando questi bambini avranno vent'anni, anche nel caso in cui non importerà loro niente di continuare a camminare in montagna - ma io spero il contrario -, potranno però sempre dire che i loro genitori li portavano da bambini a camminare con gli "Amici della montagna".
Forse per altri non sarà una grande cosa, ma a me non pare nemmeno piccola.
Un abbraccio
Diego "
ti scrivo due righe per ringraziare, in primo luogo te e Davide e poi tutto il direttivo, per quello che avete fatto in questi venti (!) anni per gli Amici della montagna.
*** Qualche volta mi sembra incredibile che una piccola associazione nata tra Nogara e Bovolone sia riuscita a portare in montagna a camminare centinaia di persone.
Ti ricordi? Quando abbiamo deciso di fondare un'associazione - con molto entusiasmo e un poco di incoscienza, tipici dei ventenni - le sedi Cai più vicine erano Verona, Mantova, e Legnago. Nella Bassa nulla esisteva, o quasi. A Nogara nemmeno c'erano gli scout.Nessuno dei soci fondatori aveva esperienza di montagna, neppure come alpino sotto la naia. L'esperienza ce la siamo fatta da soli, camminando. Il Carega in tutte le stagioni e in tutti i modi - dai sentieri alle ferrate, dai vai pieni di neve ai primi tiri di corda - è stata la nostra scuola e palestra. Poi un corso al Cai di «introduzione e avvicinamento alla montagna», perché appunto alla montagna bisognava avvicinarsi in qualche modo preparati. Insomma la Bassa - nomen omen - era quanto di più distante ci fosse dalla montagna. Perché dunque fondare l'Associazione amici della montagna?
***"Associazione" perché era comunque importante un aspetto formale, con soci che sostenessero il progetto, con un presidente e un direttivo che si prendessero delle responsabilità - cioè che fossero in grado di dare delle risposte -, con una struttura che permettesse di entrare in contatto con le istituzioni e con le altre associazioni. Oggi può forse apparire scontato, averlo fatto a vent'anni mi sembra la dimostrazione che i fondatori sono riusciti a vedere lontano.
***"amici" ha secondo me un doppio significato: primo, perché chi ha fondato l'Adm probabilmente si sentiva un gruppo di amici, che già sognava i possibili viaggi e le possibili escursioni da fare insieme, che al sabato bevendo un caffè guardava la cartina della gita della domenica. A vent'anni o giù di lì gli amici sono molto, se non quasi tutto. Senza amicizia non si costruisce niente o quasi niente."amici" però voleva dire anche cercare di creare, attraverso il semplice fatto di camminare insieme - perché una giornata di cammino insieme ti offre la possibilità di conoscere una persona meglio che dieci serata in pizzeria/cinema/discoteca -, relazioni umane vere, e positive, e magari qualche volta anche profonde. Il fatto che i due presidenti della storia degli Adm abbiano conosciuto le loro rispettive mogli andando in montagna, è naturalmente solo una pura coincidenza....
***"della montagna" perché per noi della Bassa la montagna è stata e forse continua a essere una enorme calamita: vedevi il Baldo e il Carega là in fondo, a Nord, abbastanza vicini soprattutto la mattina presto, d'inverno spesso coperti di neve, eppure sembravano irraggiungibili. Erano tutt'al più posti dove andare a mangiare d'estate o fare una gita con la parrocchia.Ma la montagna, il camminare e l'arrampicare, erano quasi inconcepibili. Le Dolomiti e le Alpi, poi, erano un mondo di cartoline. Non di camminate."Andare in montagna" quindi voleva dire non solo andare sul Carega e sul Baldo, ma dare importanza all'atto del camminare; rendersi conto che lo stesso sentiero è completamente diverso in giugno, in ottobre o in gennaio; arrivare in cima per vedere il panorama e vedere una cima vicina, su cui magari vorremo un giorno salire per vedere la prossima cima che ci chiama."Andare in montagna", in quei primi anni Novanta in cui sembrava che tutto dovesse e potesse cambiare in Italia, anche se alla fine poco o nulla è cambiato, voleva dire cambiare innanzitutto le proprie abitudini, dare valore importanza alla montagna anche come occasione (ne avevamo così poche) per conoscere piante a animali, rocce e ruscelli, insomma per avvicinarsi, anche solo di un po', alla natura."Andare in montagna" voleva anche dire - in un periodo che stava trasformando qualunque passione in hobby o tempo libero e che avrebbe creato un segmento di mercato e di moda perfino per l'abbigliamento e le attrezzature per la montagna - rifiutare quell'approccio consumistico; voleva dire semplicemente infilarsi un paio di scarponi e uno zaino per andare a camminare.
***Ecco, dopo venti anni, io sono grato a te e tutto il direttivo non solo perché non avete lasciato morire quelle intuizioni iniziali, perché non avete mollato mai, ma anche e soprattutto perché siete riusciti - organizzando centinaia di gite - a portare avanti una cosa così bella.Grazie ancora e auguri: perché già adesso alcuni soci portano in gita a camminare i loro figli. E quando questi bambini avranno vent'anni, anche nel caso in cui non importerà loro niente di continuare a camminare in montagna - ma io spero il contrario -, potranno però sempre dire che i loro genitori li portavano da bambini a camminare con gli "Amici della montagna".
Forse per altri non sarà una grande cosa, ma a me non pare nemmeno piccola.
Un abbraccio
Diego "
da www.larena.it del 15 maggio 2011: «Servono progetti per rendere più sicura la Giazza-Scalorbi»
SELVA DI PROGNO. Un ordine del giorno della minoranza sulla strada in discussione nel Consiglio comunale di domani Mozione sul «Buono pane» per dare la possibilità ai cittadini indigenti «di poter affrontare primarie necessità giornaliere».
Doppio intervento di Comunità unita – Lega nord in previsione del prossimo Consiglio comunale di Selva di Progno, convocato per domani alle 19 su richiesta dello stesso gruppo di minoranza consiliare per la discussione e approvazione di un ordine del giorno sulla strada Giazza-Revolto-Scalorbi.I consiglieri Marco Cappelletti, Alessandro Florio, Martino Roncari e Silvano Valcasara chiedono che il Consiglio comunale approvi un ordine del giorno nel quale si invitino sindaco e giunta a provvedere «anche in associazione con altri Comuni, alla predisposizione di un progetto da presentare per la messa in sicurezza della strada da Giazza fino al rifugio Scalorbi, al fine di garantire la completa fruibilità turistica della zona con conseguenti minori oneri gestionali ed economici a carico del Comune di Selva di Progno».La proposta nasce dalla premessa che lo scorso gennaio sono stati fissati, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, i criteri per la ripartizione dei finanziamenti di progetti, di durata anche pluriennale, per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l'integrazione e la coesione dei territori dei comuni appartenenti alle province di regioni a statuto ordinario confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano..
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO..
Doppio intervento di Comunità unita – Lega nord in previsione del prossimo Consiglio comunale di Selva di Progno, convocato per domani alle 19 su richiesta dello stesso gruppo di minoranza consiliare per la discussione e approvazione di un ordine del giorno sulla strada Giazza-Revolto-Scalorbi.I consiglieri Marco Cappelletti, Alessandro Florio, Martino Roncari e Silvano Valcasara chiedono che il Consiglio comunale approvi un ordine del giorno nel quale si invitino sindaco e giunta a provvedere «anche in associazione con altri Comuni, alla predisposizione di un progetto da presentare per la messa in sicurezza della strada da Giazza fino al rifugio Scalorbi, al fine di garantire la completa fruibilità turistica della zona con conseguenti minori oneri gestionali ed economici a carico del Comune di Selva di Progno».La proposta nasce dalla premessa che lo scorso gennaio sono stati fissati, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, i criteri per la ripartizione dei finanziamenti di progetti, di durata anche pluriennale, per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l'integrazione e la coesione dei territori dei comuni appartenenti alle province di regioni a statuto ordinario confinanti con le province autonome di Trento e di Bolzano..
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO..
mercoledì 11 maggio 2011
Da Diego Marani: "Germania in bicicletta"
Estratto dalla guida:
"..Ecco dunque perché vale la pena venire a pedalare in Germania. Non solo perché è una goduria, perché le piste ciclabili sono ottime e permettono di godersi una piacevole vacanza, ma anche per rendersi conto che un'altra bicicletta - e quindi, di conseguenza, un altro mondo - è possibile. Per vedere come una somma di decisione individuali ("oggi pedalo") si inserisca in una decisione collettiva, quindi politica ("dotiamoci di piste ciclabili e di un sistema" di trasporto pubblico integrato con le due ruote"). Per assorbire tutto questo basta una bici. Anche a noleggio. Come spiega Alessandro Melazzini -giornalista e traduttore che oggi si sente italiano e tedesco -quando nel 2005 si trasferisce da Heidelberg a Monaco di Baviera: "Per i musei, le biblioteche e le innumerevoli case editrici? Anche, ma soprattutto perché è l'Italia che vorrei. Accogliente. Verde, pulita e sicura. Una città che ti permette il lusso di andare ovunque con i mezzi pubblici o la, bicicletta". Forse dunque è utile, oltre che piacevole, venire in Germania per pedalare. Nella speranza di farlo un giorno anche in Italia"
Prezzo: € 9,90 |
Numero di pagine: 140 |
Dimensioni: 12x16,4 |
Casa Editrice: Ediciclo |
http://www.ediciclo.it |
ISBN: 978-88-88829-94-4 |
La guida sarà regalata da Adm ai partecipanti della ciclovacanza in Germania !
estratto dalla seconda di copertina, l'autore:
Diego Marani, nato a Verona nel 1971, dopo aver girovagato un pc' in Africa, per cinque anni ha lavorato come redattore per il mensile Nigrizia. Poi ha alternato il lavoro di redattore (per il quotidiano l'Arena di Verona) con quello di giornalista free-Iance. Nel frattempo ha iniziato a camminare e non si è più fermato. Quando ci riesce, scrive con i piedi cioè descrive i cammini compiuti (A Santiago per lo Via della Plata e Sentieri partigiani in Italia, entrambi per Terre di Mezzo edizioni). A furia di camminare in Spagna è pure finito a vivere in Germania dove insegna all'Università. Ma questa è un'altra storia. Quando pedalava da ragazzo, nella Bassa veronese, il gran premio della montagna era i! cavalcavia sopra la 'ferrovia. Con gli anni, poco a poco si è abituato anche alle salite; tuttavia preferisce ancora pedalare in pianura, magari di fianco a un nume. In Germania non è difficile.
Diego Marani, nato a Verona nel 1971, dopo aver girovagato un pc' in Africa, per cinque anni ha lavorato come redattore per il mensile Nigrizia. Poi ha alternato il lavoro di redattore (per il quotidiano l'Arena di Verona) con quello di giornalista free-Iance. Nel frattempo ha iniziato a camminare e non si è più fermato. Quando ci riesce, scrive con i piedi cioè descrive i cammini compiuti (A Santiago per lo Via della Plata e Sentieri partigiani in Italia, entrambi per Terre di Mezzo edizioni). A furia di camminare in Spagna è pure finito a vivere in Germania dove insegna all'Università. Ma questa è un'altra storia. Quando pedalava da ragazzo, nella Bassa veronese, il gran premio della montagna era i! cavalcavia sopra la 'ferrovia. Con gli anni, poco a poco si è abituato anche alle salite; tuttavia preferisce ancora pedalare in pianura, magari di fianco a un nume. In Germania non è difficile.
sabato 7 maggio 2011
da www.larena.it del 27 aprile 2011: Museo delle trincee per il centenario
photo by Adm: il cippo di confine sul sentiero di Rocca Pia
BOSCO CHIESANUOVA. Il progetto saràrealizzato per l'anniversario dello scoppio della Grande guerra: cinque i siti da Roccapia a Val di Revolto. L'obiettivo è valorizzare il patrimonio di opere, create al tempo con grande dispiego di mezzi, che ancora si possono osservare sugli alti pascoliBosco Chiesanuova. In vista del prossimo centenario dello scoppio della Grande guerra, anche in Lessinia ci si muove, dato che l'altopiano, pur non essendo stato direttamente coinvolto nelle azioni belliche, era pur sempre la seconda linea da difendere in caso di avanzata del nemico e le opere erano stato predisposte con grande dispiego di mezzi e di uomini.
Tre anni fa era stata allestita nei mesi estivi a Bosco Chiesanuova una mostra di reperti storici della guerra di trincea, nonché una mostra grafica e fotografica dei siti nei quali restavano vestigia di quel periodo in Lessinia. Un afflusso insperato di visitatori nei quindici giorni di apertura convinse gli organizzatori che l'interesse attorno a questo tema resta altissimo.
Ma l'organizzatore di allora, Flavio Melotti, che era stato affiancato dai gruppi alpini di Bosco Chiesanuova, Sona e Valdonega, ha deciso con l'architetto Fiorenzo Meneghelli di puntare alla realizzazione dell'Ecomuseo delle trincee della Lessinia...
Tre anni fa era stata allestita nei mesi estivi a Bosco Chiesanuova una mostra di reperti storici della guerra di trincea, nonché una mostra grafica e fotografica dei siti nei quali restavano vestigia di quel periodo in Lessinia. Un afflusso insperato di visitatori nei quindici giorni di apertura convinse gli organizzatori che l'interesse attorno a questo tema resta altissimo.
Ma l'organizzatore di allora, Flavio Melotti, che era stato affiancato dai gruppi alpini di Bosco Chiesanuova, Sona e Valdonega, ha deciso con l'architetto Fiorenzo Meneghelli di puntare alla realizzazione dell'Ecomuseo delle trincee della Lessinia...
giovedì 5 maggio 2011
..Alcune NEWS per i partecipanti CICLOVACANZA Adm 2-5 giugno 2011
ABBIAMO A DISPOSIZIONE ANCORA ALCUNI POSTI, CONTATTATECI PER LE ISCRIZIONI !
- Abbiamo confermato gli alberghi per le tre sere:
Giovedi 2 giugno: HOTEL STADTHAUS - www.hotel-am-stadthaus.de/
Venerdi 3 giugno: HOTEL LE CABALLIN - www.lecaballin.fr
Sabato 4 giugno: JUGENDHERBERGE BREISACH - www.jugendherberge-breisach.de
- Stiamo raccogliendo la caparra individuale - 20 euro Potete fare riferimento:
Andrea Negri (cell 335 7186186) e Davide Mantovanelli (cell. 348 7035660)
- Vivamente consigliato per i minori il CERTIFICATO DI NASCITA CON FOTOGRAFIA per i minori - http://www.poliziadistato.it/articolo/1083-Lasciapassare_per_l_espatrio_di_minori_di_anni_15/.
Controllare anche la scadenza della carta d'identità. Nel viaggio in auto attraversiamo la Svizzera e la Germania.
- Abbiamo confermato gli alberghi per le tre sere:
Giovedi 2 giugno: HOTEL STADTHAUS - www.hotel-am-stadthaus.de/
Venerdi 3 giugno: HOTEL LE CABALLIN - www.lecaballin.fr
Sabato 4 giugno: JUGENDHERBERGE BREISACH - www.jugendherberge-breisach.de
- Stiamo raccogliendo la caparra individuale - 20 euro Potete fare riferimento:
Andrea Negri (cell 335 7186186) e Davide Mantovanelli (cell. 348 7035660)
- Vivamente consigliato per i minori il CERTIFICATO DI NASCITA CON FOTOGRAFIA per i minori - http://www.poliziadistato.it/articolo/1083-Lasciapassare_per_l_espatrio_di_minori_di_anni_15/.
Controllare anche la scadenza della carta d'identità. Nel viaggio in auto attraversiamo la Svizzera e la Germania.
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