domenica 15 maggio 2011

da Diego Marani: vent'anni dopo..

"Caro Andrea,
ti scrivo due righe per ringraziare, in primo luogo te e Davide e poi tutto il direttivo, per quello che avete fatto in questi venti (!) anni per gli Amici della montagna.

*** Qualche volta mi sembra incredibile che una piccola associazione nata tra Nogara e Bovolone sia riuscita a portare in montagna a camminare centinaia di persone.
Ti ricordi? Quando abbiamo deciso di fondare un'associazione - con molto entusiasmo e un poco di incoscienza, tipici dei ventenni - le sedi Cai più vicine erano Verona, Mantova, e Legnago. Nella Bassa nulla esisteva, o quasi. A Nogara nemmeno c'erano gli scout.Nessuno dei soci fondatori aveva esperienza di montagna, neppure come alpino sotto la naia. L'esperienza ce la siamo fatta da soli, camminando. Il Carega in tutte le stagioni e in tutti i modi - dai sentieri alle ferrate, dai vai pieni di neve ai primi tiri di corda - è stata la nostra scuola e palestra. Poi un corso al Cai di «introduzione e avvicinamento alla montagna», perché appunto alla montagna bisognava avvicinarsi in qualche modo preparati. Insomma la Bassa - nomen omen - era quanto di più distante ci fosse dalla montagna. Perché dunque fondare l'Associazione amici della montagna?

***"Associazione" perché era comunque importante un aspetto formale, con soci che sostenessero il progetto, con un presidente e un direttivo che si prendessero delle responsabilità - cioè che fossero in grado di dare delle risposte -, con una struttura che permettesse di entrare in contatto con le istituzioni e con le altre associazioni. Oggi può forse apparire scontato, averlo fatto a vent'anni mi sembra la dimostrazione che i fondatori sono riusciti a vedere lontano.

***"amici" ha secondo me un doppio significato: primo, perché chi ha fondato l'Adm probabilmente si sentiva un gruppo di amici, che già sognava i possibili viaggi e le possibili escursioni da fare insieme, che al sabato bevendo un caffè guardava la cartina della gita della domenica. A vent'anni o giù di lì gli amici sono molto, se non quasi tutto. Senza amicizia non si costruisce niente o quasi niente."amici" però voleva dire anche cercare di creare, attraverso il semplice fatto di camminare insieme - perché una giornata di cammino insieme ti offre la possibilità di conoscere una persona meglio che dieci serata in pizzeria/cinema/discoteca -, relazioni umane vere, e positive, e magari qualche volta anche profonde. Il fatto che i due presidenti della storia degli Adm abbiano conosciuto le loro rispettive mogli andando in montagna, è naturalmente solo una pura coincidenza....

***"della montagna" perché per noi della Bassa la montagna è stata e forse continua a essere una enorme calamita: vedevi il Baldo e il Carega là in fondo, a Nord, abbastanza vicini soprattutto la mattina presto, d'inverno spesso coperti di neve, eppure sembravano irraggiungibili. Erano tutt'al più posti dove andare a mangiare d'estate o fare una gita con la parrocchia.Ma la montagna, il camminare e l'arrampicare, erano quasi inconcepibili. Le Dolomiti e le Alpi, poi, erano un mondo di cartoline. Non di camminate."Andare in montagna" quindi voleva dire non solo andare sul Carega e sul Baldo, ma dare importanza all'atto del camminare; rendersi conto che lo stesso sentiero è completamente diverso in giugno, in ottobre o in gennaio; arrivare in cima per vedere il panorama e vedere una cima vicina, su cui magari vorremo un giorno salire per vedere la prossima cima che ci chiama."Andare in montagna", in quei primi anni Novanta in cui sembrava che tutto dovesse e potesse cambiare in Italia, anche se alla fine poco o nulla è cambiato, voleva dire cambiare innanzitutto le proprie abitudini, dare valore importanza alla montagna anche come occasione (ne avevamo così poche) per conoscere piante a animali, rocce e ruscelli, insomma per avvicinarsi, anche solo di un po', alla natura."Andare in montagna" voleva anche dire - in un periodo che stava trasformando qualunque passione in hobby o tempo libero e che avrebbe creato un segmento di mercato e di moda perfino per l'abbigliamento e le attrezzature per la montagna - rifiutare quell'approccio consumistico; voleva dire semplicemente infilarsi un paio di scarponi e uno zaino per andare a camminare.

***Ecco, dopo venti anni, io sono grato a te e tutto il direttivo non solo perché non avete lasciato morire quelle intuizioni iniziali, perché non avete mollato mai, ma anche e soprattutto perché siete riusciti - organizzando centinaia di gite - a portare avanti una cosa così bella.Grazie ancora e auguri: perché già adesso alcuni soci portano in gita a camminare i loro figli. E quando questi bambini avranno vent'anni, anche nel caso in cui non importerà loro niente di continuare a camminare in montagna - ma io spero il contrario -, potranno però sempre dire che i loro genitori li portavano da bambini a camminare con gli "Amici della montagna".
Forse per altri non sarà una grande cosa, ma a me non pare nemmeno piccola.

Un abbraccio
Diego "

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