sabato 26 aprile 2008

si rinnova l'appuntamento in bicicletta!!

domenica 11 maggio - Valle del Sarca

Pista ciclabile
Torbole-Arco-Dro


Anche quest'anno non può mancare l'appuntamento in bicicletta, che ci vedrà impegnati nel risalire il fiume Sarca, partendo dalla foce, sulle rive del lago di Garda presso Torbole, passando da Arco e raggiungendo Dro, nel cuore della valle del Sarca. Un piacevole percorso alla portata di tutti, in un paesaggio spettacolare per le ripide pareti - mecca dell'arrampicata moderna - e per gli antichi borghi della valle. Percorso adatto ai bambini; possibilità di noleggiare le biciclette alla partenza della pista ciclabile.

E’ indispensabile l’iscrizione almeno entro due giorni prima per prenotare il noleggio delle biciclette!
Silvano Pasquali: tel 045987620 ; cel 348 5232109
email: adm91blog@gmail.com
Quota d’iscrizione per i non soci: 3 €
ATTENZIONE: l'attività escursionistica e alpinistica è soggetta a rischi e pericoli soggettivi ed oggettivi. L'associazione Amici della montagna declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali infortuni che dovessero verificarsi in danno dei partecipanti nel corso delle escursioni programmate. Si fa presente che l’Associazione Amici della Montagna ha natura prettamente amatoriale, senza scopi di lucro, ed i suoi organizzatori e capo gita non sono professionisti, ma semplici appassionati della montagna, le cui competenze ineriscono esclusivamente alla logistica ed all’illustrazione dei percorsi escursionistici. Si esclude, pertanto, l’assunzione da parte degli stessi di qualsivoglia responsabilità riguardanti la tutela dell’incolumità dei partecipanti. Si fa, infine, presente che la partecipazione alle gite da parte di minori è ammessa solamente laddove questi siano accompagnati da genitori o da accompagnatori adulti che se ne assumano ogni responsabilità.
Luogo e ora di partenza: Verona - casello di VR sud - ore 8:00 Percorso stradale: casello di VR Sud – Autostrada Brennero - uscita Rovereto SUD - Torbole
Attrezzatura indispensabile: bicicletta anche citybike; spolverino - Pranzo al sacco
Difficoltà: facile percorso su percorso riservato e con brevi tratti a circolazione a traffico limitato. Percorso adatto ai bambini, offre parecchi punti di sosta
lunghezza, dislivello e tempi di percorrenza: il percorso è lungo circa 30 km, in parte circolare; dislivello 100 m, 6 ore totali


Informazioni e link:

venerdì 25 aprile 2008

Il Parco naturale della Lessinia in un opuscolo

tratto da L'ARENA del 23 aprile 2008:
" Il Parco naturale regionale della LESSINIA si presenta ai visitatori con un opuscolo bilingue, in due diverse edizioni per l’italiano e l’inglese, in distribuzione gratuita. È la novità che la Comunità montana della LESSINIA e il Parco offrono ai turistici della prossima stagione estiva ed è interamente realizzata con i fondi ricevuti attraverso il Gruppo di azione locale nell’ambito del programma di iniziativa comunitaria Leader plus.«È un’ottima guida, un catalogo che racchiude le maggiori attrazioni naturalistiche, storiche, culturali e le principali offerte turistiche del parco», commenta il presidente del Parco, Stefano Marcolini, con l’opuscolo fra le mani, complimentandosi con il direttore Diego Lonardoni per la grafica, la scelta dei testi, la semplicità d’uso e la scelta del bilinguismo, che favorirà l’accesso al Parco anche dei turisti che soggiornano sul lago di Garda.Sono 52 pagine nelle quali trovano posto cinque diversi itinerari, ciascuno contrassegnato con un diverso colore: rosso per la Valpolicella; azzurro per la Valpantena e la LESSINIA occidentale; verde per la LESSINIA centrale; viola per la Val d’Illasi e marrone per la Val d’Alpone e la LESSINIA orientale.Gli stessi colori caratterizzano i percorsi tracciati su una mappa che viene distribuita separatamente e che mostra gli itinerari, i confini del Parco della LESSINIA e le località citate nella guida con semplici simboli per indicare i servizi di alberghi, campeggi e ristoranti, il patrimonio culturale dei musei, delle ville e delle malghe tipiche, le ricchezze naturali e ambientali.Sul retro della stessa mappa è in evidenza la LESSINIA invernale, con i tracciati delle piste di fondo, quelli degli impianti di risalita e l’indicazione del parco giochi sulla neve di Lessiland, realizzato ormai da qualche anno a Passo Fittanze.Ogni itinerario presentatao dall’’opuscolo riporta un’inquadratura dei principali paesi che vengono attraversati, le indicazioni delle più importanti emergenze naturalistiche e paesaggistiche, indicando anche tutte le varianti percorribili per raggiunge luoghi che non sono sulla direttrice principale del percorso. Affiancato ad ogni percorso anche un insieme di indirizzi utili, compresi numero di telefono e indirizzo di posta elettronica dei riferimenti citati.In fondo all’opuscolo si trova una sezione che è interamente dedicata ai prodotti e piatti tipici, assieme a un elenco delle aziende che hanno ottenuto il marchio del Parco della LESSINIA e a una rubrica di indirizzi e riferimenti utili.Quando verrà presa in considerazione la realizzazione di una seconda edizione dell’opuscolo, saranno certamente da rivedere alcuni refusi di troppo come anche una cartina, che annette al Parco della LESSINIA anche alcuni comuni che non ne fanno parte affatto.V.Z. "

domenica 20 aprile 2008

Una bellissima finestra di bel tempo in queste sfortunate settimane !!

Domenica 20 aprile si è svolta l'escursione Cima di Rocca Pia e Corno d'Aquilio
Una fantastica giornata ed un percorso molto vario ha permesso ai 16 partecipanti di raggiungere la cima del Corno d'Aquilio ed ammirare il vastissimo panorama

lunedì 14 aprile 2008

THE SAD SMOKY MOUNTAINS ... per il freeTIBET

finalmente anche il mondo della montagna si smuove per il TIBET, e lo fa solo grazie all'iniziativa di un singolo, Alberto Peruffo di Montecchio Maggiore, Vicenza - alpinista, scrittore, poeta, artista ecc. con una vivace inventiva, riportiamo in forma integrale parte del contenuto del sito e della sua iniziativa. http://www.sadsmokymountains.net/
" Cari amici,
la settimana scorsa, uscendo dallo studio del Prof.
Antonio Papisca, luminare di Diritto Internazionale presso il Centro Diritti Umani di Padova [Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace, Università di Padova], mi sono detto: «coraggio, bisogna agire, le idee in apparenza folli devono diventare realtà». Poco prima, durante l’esposizione della mia strategia per la Conferenza Nazionale Unesco a favore della mia città, Vicenza, il professore, edotto sulla mia passione per le montagne e per l’esplorazione, soffermandoci sull’insostenibile situazione in Tibet, mi disse: «Non dobbiamo lasciare da solo il Dalai Lama. Ha dimostrato grande coerenza morale in questi giorni». Non c’è dubbio, dissi io e quasi con prudenza che anticipa l’audacia, gli rivelai: «a dire il vero avrei escogitato un’altra opera civile sullo stile della precedente». Così a freddo – si tratta, come subito noterete, di una cosa calda, che accende – spinto dalla sua disponibilità, direi entusiasmo, nei confronti delle mie azioni, lanciai, come un dardo che non sa cosa va a centrare, il titolo del nuovo progetto: “The Sad Smoky Mountains”. Credo centrai il cuore.Eccomi quindi a voi, amici alpinisti e non solo. L’idea che vi sottoporrò è una cosa molto semplice e di facile ideazione, accessibile a tutti. Tuttavia l’idea sola non basta. Ha bisogno di una forma organica che possa darle integrità e continuità, e magari anche una liberatoria nei confronti di chi è scettico o contrario alle azioni civili. L’idea deve insomma diventare un’opera d’arte, come accadde nella mia “precedente” opera-azione accennata prima [vedi The Wandering Cemetery e portfolio immagini conseguenti], dove feci scendere, di notte, 400 croci bianche dagli altipiani veneti, un cimitero vagante simbolo delle decine di migliaia di caduti nelle guerre che venivano a visitare la città per vedere come agiscono i vivi. L’opera diede una bella scossa alla città di Vicenza e alle sue male vicissitudini, dando inizio a un percorso – tra cui la Biennale di Venezia - che porterà prossimamente alla Conferenza Nazionale Unesco per Vicenza.Questa è in sintesi la nuova idea: «accendere il cuore infranto delle montagne e degli uomini con il colore della vergogna-tristezza-indignazione e offrire alimento per chi resiste».Sotto faccio seguire lo sviluppo organico, la forma concettuale che trasforma l’idea in arte, in un’azione che possa durare e non disperdersi inutilmente. Tecnicamente quest’azione è meno difficile della precedente, anche se non posso ancora prevedere gli sviluppi, probabilmente superiori. Gli amici miei sono molti, moltissimi, specie tra gli alpinisti. Faccio appello a loro e alla serietà [velata sicuramente di “sana follia”] che mi riconoscono. Io – con un gruppo che già si sta formando – nei primi di maggio, mentre sarà violato l’Everest, salirò il Cervino. Le altre montagne – e chi combatte per la libertà e la dignità dei popoli che le abitano – saranno lì ad aspettare. Vediamo come va. Time will tell. Abbracci.
Alberto Peruffo [ Italy ] "
NOTA della BLOGredazioneADM: sbrigatevi le cime più vicine sono già occupate: Carega, Cima Marana, Monte Zevola.... ->

Parte la stagione primavera/estate ADM !!! Vi aspettiamo

Domenica 20 Aprile 2008 - Monti Lessini
Cima di Rocca Pia e
Corno d'Aquilio
Finalmente sul Corno d'Aquilio ! dopo tanti anni di Adm raggiungeremo la cima del Corno d'Aquilio. Nota a tutti gli escursionisti di Verona, la cima è posta a soli 1545 metri di quota ma offre un panorama vastissimo su tutti i Lessini, Monte Baldo e la Pianura Padana.
Seguiremo un percorso molto vario, un sentiero "balcone" affacciato sulla valle dell'Adige che attraverso il caratteristico "Scajon" ci permetterà di raggiungere l'altopiano (dove tra l'altro sprofonda l'abisso della Spluga della Preta) e la cima del Corno.
E’ indispensabile l’iscrizione !
Andrea Negri: tel 348 8727006
email: adm91blog@gmail.com
Quota d’iscrizione per i non soci: 3 €
ATTENZIONE: l'attività escursionistica e alpinistica è soggetta a rischi e pericoli soggettivi ed oggettivi. L'associazione Amici della montagna declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali infortuni che dovessero verificarsi in danno dei partecipanti nel corso delle escursioni programmate. Si fa presente che l’Associazione Amici della Montagna ha natura prettamente amatoriale, senza scopi di lucro, ed i suoi organizzatori e capo gita non sono professionisti, ma semplici appassionati della montagna, le cui competenze ineriscono esclusivamente alla logistica ed all’illustrazione dei percorsi escursionistici. Si esclude, pertanto, l’assunzione da parte degli stessi di qualsivoglia responsabilità riguardanti la tutela dell’incolumità dei partecipanti. Si fa, infine, presente che la partecipazione alle gite da parte di minori è ammessa solamente laddove questi siano accompagnati da genitori o da accompagnatori adulti che se ne assumano ogni responsabilità.
Luogo e ora di partenza: Verona - casello di VR sud - ore 8:00
Percorso stradale: casello di VR Sud – tangenziale direzione Valpolicella - Negrar – Fosse – Località Coste
Attrezzatura indispensabile:
Scarponi
Giacca a vento - berretto - guanti
Pranzo al sacco
Difficoltà: E - facile percorso escursionistico con un dislivello alla portata di molti
Dislivello e tempi di percorrenza:
circa 400 m, 4 ore totali

domenica 13 aprile 2008

Cambiamenti climatici: una delle grandi sfide del 21esimo secolo

Sottotitolo alternativo: "dobbiamo veramente scordarci le alpinistiche sui ghiacciai, i vaj del Carega, le ciapolade sulle Dolomiti....e andare al mare?" (Tanto sarà il mare che arriverà a noi..)
Pare proprio di si, se non si prendono seri provvedimenti, almeno secondo il prestigioso ospite dell'Università di Verona, il prof. Filippo Giorgi responsabile della Sezione di Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) di Trieste e Vice Direttore del Working Group - 1 del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC) dell’ONU, Premio Nobel per la Pace 2007. Giorgi, unico membro italiano del IPCC, ha tenuto la cosidetta 'Lectio Magistralis', in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, sui cambiamenti climatici, illustrando le principali tesi sui prossimi mutamenti e i relativi modelli matematici a sostegno. E' emerso un quadro preoccupante di effetti naturali, come lo scioglimento dei ghiacciai e l'innalzamento del livello del mare, ben riassunti nelle 'diapositive' mostrate nel corso della presentazione... Vale davvero la pena spendere 10 minuti per scorrere le diapositive, magari accompagnate dalla spiegazione audio dello stesso Giorgi. La prima parte della presentazione mostra gli effetti attuali del riscaldamento e le loro cause; la seconda parte illustra gli scenari possibili in un futuro prossimo; l'ultima parte spiega come invertire la tendenza... Buona visione! Per approfondire, la pagina web del prof. Giorgi e il sito dell'IPCC

venerdì 11 aprile 2008

FILMFESTIVAL DI TRENTO 2008 dal 22 aprile al 4 maggio

Quest'anno è particolarmente ricco il sito web del noto Festival. Oltre ai classici programmi vede la presenza di una sorte di trailers dei film che saranno in programmazione.
Impossibile raccontare in poche righe il ricchissimo programma, segnaliamo:
MONTAGNALIBRI - rassegna internazionale dell'editoria di montagna
MONTAGNA-ESPLORAZIONE-AVVENTURA: proiezioni e relativo concorso-premiazione di film
SERATE ALPINISTICHE:
27/04/2008 Alpinismo Solitario
Conduce Pietro Dal Prà. Ospiti: Silvia Vidal, l'austriaco Hansjörg Auer, Rossano Libera
01/05/2008 Alpinismo Russo
Conduce Simone Moro, ospiti Pavel Sahabalin, Alex Klenov e Mikhail Devy, Alex Klenov, Denis Savelyev e Serguey Nilov, Alexander Odintsov, Boris Korshunov
02/05/2008 Pierre Mazeaud. La montagna è una parte di me
Serata alpinistica con Pierre Mazeaud, conduce Pietro Crivellaro

mercoledì 2 aprile 2008

L’orso ha sbranato sei capre, E ora cercherà una compagna

Da L'Arena di mercoledì 2 aprile
" L’OSPITE DEL BALDO. La polizia provinciale prosegue i controlli. Ultimi rilievi dopo una recente predazione. L’orso non dorme. Anzi, ha fame. L’ultimo pranzo, poco dopo Pasqua, se l’è procurato a spese di un pastore, sul versante occidentale del BALDO. Capre, tre certamente divorate, di cui si sono trovati i resti. Ma il totale del «colpo» del plantigrado porterebbe il bottino a sei. «Il tutto in una zona recintata», spiega Anselmo Furlani, responsabile di zona della polizia provinciale, «piuttosto limitata».Insomma, il plantigrado ha scelto la propria dimora tra le cime e il lago. Si muove costantemente e gli agenti che lo tengono d’occhio costantemente, anche contro la minaccia dei bracconieri, conoscono e vigilano ormai «di routine» i suoi percorsi. Ora potrebbe fare un viaggio a Nord: è un maschio e non è escluso che cerchi di accasarsi, presumibilmente in Trentino. Ma la fedeltà non è il suo forte: a luna di miele conclusa, di solito, la femmina resta ad accudire i piccoli mentre il capofamiglia riparte in cerca di avventure.«Tornerà», sorride Anselmo Furlani, «perchè ormai ha colonizzato questo territorio, lo sente come la sua casa. Potrebbero passare anche mesi ma di certo non rinuncerà a un habitat che ha trovato decisamente di suo gusto».Nessun rischio per i frequentatori del BALDO. L’hanno visto in molti, sempre piuttosto da lontano (salvo il caso di un avvistamento dal balcone di una casa di Prada, nella notte), e lo stesso animale sembra avere poco desiderio di approfondire la conoscenza con gli umani. «Problemi non ce ne sono, a patto di non pretendere di vederlo troppo da vicino», conferma l’agente della polizia provinciale. «Gli unici attacchi nei confronti di esseri umani, in Romania, sono avvenuti nel tentativo di fotografarlo, di notte, con i flash, decisamente troppo da vicino. È un animale selvatico, e non va mai messo alle strette. Comportandosi in questo modo, il rischio è nullo».In ogni caso l’orso del BALDO è divenuto uno dei motivi «attrattori» per il comprensorio. Apparso nell’estate scorsa, accolto come un «fantasma» si è palesato come presenza realesolo dopo i rilievi della polizia provinciale, che ha istituito allo scopo anche una speciale «unità di monitoraggio». Rilievi (escrementi, ciuffi di peli) che sono servito anche per confermare la sua ultima impresa. «È entrato nel recinto delle capre da due punti precisi, e da altrettanti se ne andato», racconta Anselmo Furlani. Un selvatico, l’orso del BALDO, che ha comunque molti occhi addosso. Quelli dei poliziotti provinciali che lo sorvegliano; e forse anche quelli dei bracconieri, che lo verrebbero morto. Ma che hanno davanti le «nuove tecnologie» di sorveglianza: lo dice Davide Zeli, il comandante. Quali? «Top secret». B.B. "

Nuovo racconto di Marco Demo:

“fango!”
Eccoci di nuovo, stessa macchina, stessa meta, stesso finestrino. Un mese più tardi, un’ora legale dopo, un amore in meno ed io che non sono più lo stesso.
Imbocchiamo la valle di Recoaro, lasciandoci alle spalle una pianura Padana che nel tepore primaverile fa fatica a svegliarsi da un inverno inutile.
Scorre veloce un paesaggio di alberi da frutto che vorrebbero fiorire nonostante l’ennesimo nuovo capannone che toglie loro la brezza fredda che scende dalle montagne e che li farebbe godere del tepore del sole di primavera.
Più ci inoltriamo nella valle e più gli alberi appaiono grigi e rinsecchiti.
L’unica nota di colore è la fiancata di un furgone parcheggiato a bordo strada e che riporta la figura di un coccodrillo sorridente con la scritta “coccodrillo cornici”. Scopriremo solo qualche ora più tardi di quale arcano presagio si trattasse.
Questa volta ci dirigiamo al rifugio Campogrosso ancora circondato dalla neve. Il parcheggio è un lago ghiacciato su cui è difficile rimanere in equilibrio per infilarsi gli scarponi pesanti. Fa freddo e il sole non scalda, ma non appena ci incamminiamo verso il vajo dei colori, il movimento subito ci riscalda.
All’imbocco del canale la neve è invernale e molto profonda, ma con nostra grande gioia abbondantemente tracciata da una allegra comitiva che ci precede.
In breve siano al cosiddetto trivio: a sinistra si prende per l’attacco diretto al “vajo Supermosca”, a destra si esce dal vajo dei colori; noi ci dirigiamo al centro per uno stretto canale dove la neve è profondissima e un po’ pericolosa perché sotto alle suole degli scarponi che affondano si sentono delle croste di neve ghiacciata. Saliamo a fatica fino ad un piccolo anfiteatro roccioso da cui si dirama a sinistra un altro canalino più ripido.
Andrea fa sosta ed io mi avvio verso il risalto roccioso che se superato ci porterà nel “vajo Intramosca”.
Il tiro di corda è infido: roccia marcia impiastrata di neve ghiacciata. Non è possibile togliere i ramponi e dopo aver piantato un buon chiodo da roccia, decido che è meglio darsi da fare con le piccozze piuttosto che sollevarmi su qualche appiglio di roccia che potrebbe rompersi sotto al mio peso. Se non altro con le piccozze è come avere un braccio più lungo con un unico sottile dito che può infilarsi nelle fessure dove una mano, che veste un guanto spesso, non potrebbe entrare.
Come è più semplice risolvere i propri equilibri precari sulla neve ghiacciata di una crestina nevosa che nella sua perfezione e semplicità, non chiede altro che essere lasciata dov’è; che non aspetta altro che di sciogliersi al sole per poi formarsi nuovamente alla prossima tormenta invernale.
Raggiunto l’imbocco del vajo recupero prima Nicola e quindi Andrea. Risaliamo il canale di conserva fino nei pressi dell’uscita che però è sbarrata da una cornice di dimensioni notevoli.
Mentre Andrea cerca di organizzare una sosta su un solo chiodo da roccia io incito Nicola a forzare l’uscita. A Nicola, che per avanzare è costretto a scavare una trincea nella neve, non resta altro se non cercare di demolire un tratto di cornice che ora ci appare chiaramente strapiombante.
Lezione n°1 dei manuali di alpinismo: una sosta deve essere realizzata almeno su due punti di ancoraggio.
Lezione n°2: assicurarsi sempre alla sosta.
Lezione n°3: le cornici sono pericolose perché posso crollare a fette quando meno te lo aspetti.
E fu così che la cornice, sotto i colpi di piccozza di Nicola, decise di franarci addosso, strappando Andrea dalla sosta e spingendo me a faccia in giù nella neve una decina di metri più in basso.
La storia si conclude con delle grandi risate.
Ma la spensieratezza di questa breve avventura dura poco; la semplicità delle montagne, con i loro pendii innevati, in breve lascia libero il campo a tristi pensieri. Ritornando verso il parcheggio la neve si squaglia sotto i piedi, diventa marcia, bagna i piedi dentro gli scarponi, cambia colore, si mescola con la terra e diventa un fango che non riesco a togliermi di dosso.
Un giorno ho sentito cantare “ho licenziato Dio, gettato via un amore per costruirmi il vuoto nell’anima e nel cuore…come potrò dire a mia madre che ho paura?”.
FANGO! "

post con foto e slideshow