venerdì 12 agosto 2011

11 settembre 2011: ALTA VIA BEPI ZAC – Costabella / Cima Uomo - Dolomiti



Percorso Alpinistico - si richiede autonomia nelle capacità alpinistiche ed attrezzatura (normale attrezzatura da via ferrata con caschetto, imbragatura, cordini+dissipatore).

L'Alta via ha preso il nome dal noto alpinista originario della Val di Fassa, Bepi Pellegrin (Zac), appassionato di storia locale, nonché titolare del. La ristrutturazione del percorso di guerra, con grandiosi scenari panoramici che spaziano dalla Marmolada alle Pale di S. Martino, dal Sella al Sassolungo, dal Catinaccio al Latemar, è opera appassionata di Livio Defrancesco, caposervizio presso gli impianti di risalita Costabella.

E’ indispensabile l’iscrizione !
Per informazioni ed iscrizioni:
Luciano Mozzo: 329 6478906

Luogo e ora di partenza:
Parcheggio casello di Verona Sud ore 6.30
Percorso automobilistico: Verona Sud – Autostrada del Brennero – uscita di Ora – Val di Fiemme – Val di Fassa - Moena – Passo San Pellegrino - tot. Km 195 c.a.

Attrezzatura indispensabile:
Zaino e Scarponi
Maglione, giacca a vento, cappello e guanti
Pranzo al sacco
Imbragatura + kit ferrata e caschetto. Pila frontale o torcia elettrica

Difficoltà: EEA - percorso alpinistico. Richiede passo sicuro e un minimo di esperienza alpinistica
Descrizione del percorso:
Si parte dal passo S.Pellegrino (1919mt),raggiungible con accesso stradale Moena in Val di Fassa. Lungo il sentiero n.604 si sale fino al passo Le Selle dove sorge l'omonimo rifugio,passando dal rifugio Paradiso -2130mt- in circa 1.30h. Qui ha inizio l'alta via Bepi Zac.
LA FERRATA: Con il sentiero n.637 si sale lasciandosi alle spalle il rifugio, aiutati anche, in un breve tratto franoso, dal cavo metallico come scorrimano,verso la cresta. Tutta questa catena montuosa fu teatro di durissimi combattimenti tra italiani e austriaci durante il primo conflitto mondiale 1914-18. A testimonianza di tutto ciò, lungo tutto il percorso troviamo resti di opere belliche come trincee,baracche,scale e passatoie in legno,postazioni per ricovero di persone e munizioni. Un vero museo all'aperto che nel silenzio di questi luoghi fa pensare molto alla a ciò che accadde. Terminata la breve e ripida salita, si prosegue lungo questo sentiero di cresta incontrando fin da subito alcuni panoramici passaggi, delle gallerie di guerra (in alcuni casi utile una torcia) fino ad arrivare al Lastel Picol (2697mt); la vista da qui è a 360 gradi, si incontrano tutti i gruppi dolomitici della val di Fassa; il Latemar il Catinaccio il Sasso Piatto il Sella la Marmolada e i Monzoni.Si avanza verso est,sulla linea che fu il fronte, in direzione del Lastel Gran (2713mt) e la cima Campagnaccia (2737mt). Prima di arrivare a quest'ultima si affronta una serie di saliscendi intorno alla quota di 2650-2700mt attraverso numerose rovine del fronte. Si incontra una piccola paretina di circa 3mt che si vince grazie a 2 pioli ed alle funi metalliche,alcune passerelle,una scala in legno una crestina affilata lunga una quindicina di metri arrivando così alla base di un breve ma ripido tratto lungo il quale,a sinistra,si devia per cima Campagnaccia -2737mt. Si lascia la cima in direzione est scendendo nella pianeggiante sella Banc di Campagnaccia -2685mt- dalla quale è possibile abbandonare l'itinerario seguendo le indicazioni per la seggiovia (primo rientro). Attraversata la piana,la Bepi Zac prosegue in salita inizialmente superando il largo crinale,poi attraverso una traccia di sentiero nel ghiaione raggiungendo a quota 2759mt cima Costabella ove si trova una postazione di mitragliera austriaca. Ci si allontana dalla cima per raggiungere poi,in breve discesa,un salto roccioso da superare tramite l'ausilio di una grossa scala in legno ed alcuni cavi di sicurezza che permettono di ridiscendere dal lato opposto.Una prima galleria,una lunga crestina attrezzata ed una seconda galleria piuttosto buia conducono su un pianoro;anche qui segni della grande guerra e una targa a ricordo dei molti soldati austriaci fatti prigionieri dagli italiani dopo una furiosa battaglia dal quale in leggera discesa e per sentiero si arriva ai piedi del Sass De Costabella (osservatorio italiano).Qui una variante (consigliato) permette,attraverso un canalino facile e attrezzato di salire e raggiungere una passerella di legno di un paio di metri sopra uno strapiombo che conduce all'interno dell'osservatorio dove è stato allestito un museo con foto e testimonianze dell'epoca piuttosto cruenti.Terminata l'eventuale visita al museo si prosegue nel lato opposto rispetto alla salita ed attraverso alcune roccette attrezzate ,una lunga fessura gradinata ed una serie di scale di legno si raggiunge il termine della prima parte della Bepi Zac ed in particolare si può dire che termina la sezione più interessante dal punto di vista storico e sicuramente meno impegnativa.
In breve un facile sentiero porta alla forcella del Ciadin, da qui parte il sentiero di rientro per il passo San Pellegrino.

nuove foto disponibili nell'album WILDSPITZE,,


giovedì 11 agosto 2011

da www.larena.it del 18/08/11: Agsm, utili a 12 milioni «Eolico nel Veronese»

I NOSTRI SOLDI. In controtendenza con la crisi economica la gestione del primo semestre Nonostante il calo dei consumi, a giugno fatturato di 303 milioni. Atteso il sì europeo a un impianto di aerogenerazione a Rivoli-Affi.
Affari con il vento in poppa per Agsm, che presto punterà sull'eolico anche nel Veronese. La dirigenza di Agsm ha convocato i giornalisti per illustrare il rendiconto della semestrale: dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla partnership con l'Hellas Verona, un incontro di decantazione per cambiare argomento e dimostrare agli amministratori comunali e ai cittadini veronesi che i soldi della comunità sono in un forziere sicuro.Gongola il presidente Paolo Paternoster: «Nonostante la crisi mondiale, il fatturato a giugno 2011 supera i 303 milioni di euro, contro i 281 del semestre 2010. Significa che le scelte programmate e attuate dal management aziendale sono vincenti, al punto che i risultati si dimostrano superiori a quanto previsto nel budget. Ci aspettiamo a fine anno un risultato consolidato molto positivo. Il Comune sarà contento».L'aumento di fatturato - ha spiegato il direttore generale, Stefano Cigolini - si è registrato nonostante minori consumi da parte degli utenti. «Questo si spiega non tanto con l'aumento delle accise», ha chiarito il manager, «quanto con l'aumento dei nuovi clienti, soprattutto per quanto riguarda la fornitura dell'energia elettrica. Basti dire che in un anno Agsm emette 1,7 milioni di bollette per l'energia elettrica»...
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martedì 2 agosto 2011

Sabato e Domenica 6/7 agosto.. gli appuntamenti in Lessinia..

estratto dal programma Voci e Luci in Lessinia e Velo festival
si prega di fare riferimento ai programmi per i dettagli e prenotazioni

Per Bambini..
Viva Opera Circus
ZUAN VALENTO E ALTRE FOLE VERONESI
di e con Gianni Franceschini
Domenica 7 agosto 2011
Teatro di Velo Veronese - ore 18.00
adulti € 8 - bambini € 6



GROTTA DI MONTE CAPRIOLO
(Roveré Veronese)
Sabato 6 Agosto 2011
Ore 15.00 e 17.00
GIOVANNI ANGELERI
Ingresso € 10 comprensivo della visita guidata alla grotta. Accesso garantito a un massimo di 60 spettatori per ognuno dei concerti. Prenotazione dei posti al numero 347 7137233



Domenica 7 Agosto 2011
ORTI FORESTALI (Selva di Progno)
RICCARDO TESI
Ore 15.00
Ingresso libero - In caso di maltempo il concerto si terrà il giorno stesso alle ore 15.00 nella Chiesa Parrocchiale di Giazza

lunedì 1 agosto 2011

da www.larena.it del 31-07-11: Castelberto, un rifugio nato dalla passione

photo by: www.rifugiocastelberto.it
ERBEZZO. Si trova nel punto più settentrionale della provincia I fratelli Scandola hanno recuperato la ex caserma.
Da rudere di caserma militare a rifugio alpino, dopo essere passato per distruzione e abbandono. Questo è il destino del ritrovato rifugio Castelberto, nel Comune di Erbezzo, il punto geografico più a nord di tutto il Veronese, osservatorio privilegiato sulla Val d'Adige, sull'intera Lessinia e sull'arco alpino. Uno spettacolo che meritava una finestra sempre aperta e il miracolo si è avverato grazie alla passione di Graziano Scandola e di suo fratello Giuliano per la loro terra.«Venivamo quassù da bambini con nostro padre Michelangelo a pascolare le vacche», racconta Graziano. Poi il destino li ha portati a Verona e a impegnarsi nell'imprenditoria tessile, ma il cuore è rimasto fra le nuvole e l'erba di Castelberto. Quattro anni fa partì il progetto di acquisto dell'area e di ricostruzione: oggi c'è un salone per 40 coperti, un plateatico da 60 posti e 14 letti al piano superiore non ancora inaugurati solo per mancanza di personale, ma che saranno a disposizione dall'autunno.«Abbiamo fatto un recupero in bio-architettura», spiega Graziano Scandola, senza togliere nemmeno un metro dei vecchi muri perimetrali rimasti in piedi: una scelta affettiva in memoria di nostro padre e per dare un'opportinità in più al nostro paese d'origine». Il lavoro, tutto pagato dai titolari senza contributi pubblici, ha impegnato solo imprese della zona: Attilio Piazza per le parti edili; Gregorio Segala per i rivestimenti in legno; Silvano Quintarelli di Fane per le pietre, coordinati dal progettista e direttore, il geometra di Erbezzo Roberto Lughezzani.Per evitare il gelo, sono stati usati materiali di isolamento come il canniccio e il riscaldamento è assicurato dall'impianto a pavimento elettrico, senza tubature. Quassù l'acqua è un problema anche se ridimensionato dal trasporto con i camion e accorgimenti moderni come grossi serbatoi per la raccolta della pioggia da utilizzare nei sanitari...
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