photo by ADM: le creste del Monte Baldo verso il Rif.Telegrafo
da http://www.larena.it/ di Domenica 28 Dicembre 2008IL SOCCORSO ALPINO. Tanta neve e pendii ghiacciati sul versante di Novezza: «Per lo scialpinismo è meglio attendere» Marco Vignola (Soccorso alpino)
Sono sul baldo e stanno seguendo una giornata di addestramento valanghe i volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico (Cnsas) di Verona. «La situazione è estremamente critica e sconsigliamo vivamente in questo periodo di avventurarsi sul versante di Novezza per la pratica dell’escursione con racchette o per lo scialpinismo», avverte Marco Vignola, responsabile della stazione di Verona del Soccorso alpino. Ha seguito con apprensione un gruppo salito dal canalone Osanna: «Nella traversata su pendii ripidi le ciaspole perdono aderenza e si trasformano in slitte, aumentando i rischi», denuncia, ricordando il recente incidente sul Carega, vicino a Passo Pertica, all’uscita della prima galleria di un escursionista trentasettenne di Caldiero, tradito dalla pendenza e dalla neve ghiacciata, fermatosi per fortuna al primo terrazzino, dopo una scivolata di 30-40 metri nella quale ha rimediato la frattura del bacino e di una rotula e ancora ricoverato al Santa Chiara di Trento.«Sul baldo tutti i canaloni devono ancora scaricare l’eccesso di neve ed è pericoloso avventurarsi. Qualche garanzia in più la offre il versante di Prada, dove l’umidità del lago ha assestato lo strato, ma le ciaspole è meglio usarle in Lessinia e nei boschi, non su pendii ghiacciati e ripidi», aggiunge Vignola.Marco Heltai, guida alpina e tecnico di elisoccorso ha appena terminato l’addestramento ai volontari del Soccorso alpino in tema di valanghe: «È nevicato presto su terreno non ancora gelato. Poi il freddo ha ghiacciato lo strato superiore lasciando umido quello inferiore a contatto con il terreno e non ben aggregato ad esso. È la condizione ideale per il distacco di valanghe. Gli appassionati di scialpinismo devono pazientare ancora, almeno una decina di giorni. Del resto questa pratica alpinistica è tipica del mese di febbraio e la stagione è troppo anticipata», ripete. Il freddo di questi giorni accresce il pericolo di distacchi perché il vento ha spostato cumuli di neve da un luogo all’altro e l’umidità sottostante sale verso l’alto muovendo un manto che non è aggregato al fondo.Le raccomandazioni sia del Corpo forestale dello Stato sia dei volontari del Soccorso alpino sono quelle tradizionali di partire informati sulle condizioni meteo e della neve, consultando i bollettini quotidiani di Arpav e Meteomont; di essere attrezzati con l’apparecchio Arva per la ricerca sotto valanga, di sonda e pala nello zaino; soprattutto di saper rinunciare quando le condizioni lo richiedono perché non c’è da vergognarsi a rispettare la montagna e la vita.V.Z.