giovedì 4 dicembre 2008

da www.larena.it: Translessinia chiusa per burocrazia

da http://www.larena.it/
BOSCOCHIESANUOVA. Incredibile: piste di fondo coperte da un metro di neve ma impraticabili perché è scaduta la concessione, e non è stata rinnovata in tempo
All’origine ci sono passaggi di competenze e colpevoli ritardi Battipista in garage: «Se succede qualcosa, chi risponde?»
Nessuno se lo sarebbe nemmeno immaginato: non è la mancanza neve, non sono le difficoltà tecniche, non sono per assurdo neanche i pochi soldi che a stento si riescono comunque sempre a racimolare, a impedire di aprire le piste di sci della Translessinia, ma solo la burocrazia, e colpevoli ritardi.Eppure il tracciato più famoso dei monti veronesi (e uno dei più conosciuti a livello nazionale), eccezionalmente coperto quest’anno già a fine novembre da un metro di neve, e sul quale si pratica fondo fin dagli albori dello sci in Italia, rischia per quest’inverno di non essere battuto. Ben 60 chilometri di piste e 40 chilometri di tracciato pedonale sono rimasti bloccati negli uffici perché la concessione regionale è scaduta e la neve è arrivata prima del suo rinnovo.La concessione ha una vita di nove anni e per legge può essere prorogata solo di un altro anno, senza chiedere il rinnovo, ma già lo scorso inverno si era usufruito della proroga prevista e per questa stagione non restava che il rinnovo imposto dalle leggi.La competenza dalla Regione è nel frattempo passata alla Provincia, ma le pratiche andavano istruite dall’ufficio tecnico della Comunità montana della lessinia, che avrebbe dovuto chiedere in tempo utile il rinnovo della concessione.«Dalla fine della scorsa stagione invernale sono salito decine di volte negli uffici comunitari per sollecitare il completamento della pratica, ma la documentazione è stata depositata in Provincia, fra l’altro incompleta, solo il 10 novembre scorso, quando ci era stato promesso, a parole, che entro maggio la pratica sarebbe stata chiusa», denuncia Giuseppe Massella, presidente di lessinia Turistsport, la società a partecipazione pubblica e privata che ha materialmente in gestione dalla Comunità montana la battitura e la manutenzione delle piste.Il 17 novembre, per la cronaca, c’era stata la presentazione in pompa magna nella sede del Consiglio provinciale con interventi fiume di politici e amministratori per raccontare come la montagna vada sostenuta e lo sport della neve incentivato. «Mi sono morso la lingua per non parlare, ma sarebbe stata l’occasione per dire davvero come stavano le cose e denunciare l’inattività di un ente che non ha fatto il suo dovere», ammette Massella, amareggiato per quanto sta succedendo.Fuori nevica ancora abbondantemente e i mezzi battipista sono già con i motori accesi, ma nessuno si azzarda ad uscire: «Se succede qualcosa? Se qualcuno si fa male lavorando sulle piste o una volta aperte si infortuna qualcuno che le utilizza, chi risponde?», si chiede Massella, che dal consiglio di amministrazione di lessinia Turistsport ha ricevuto l’ordine di non togliere i lucchetti ai garage dei «gatti delle nevi» utilizzati per la battitura finché non ci sarà la concessione approvata e il conseguente contratto.In assenza del titolare dell’Ufficio tecnico, il geometra Giuseppe Laiti,, impegnato in un viaggio all’estero, la questione è passata nelle mani del direttore del Parco Diego Lonardoni, che si è fatto in quattro per cercare di superare gli ostacoli, restando in diretto contatto con la Provincia, che per accelerare i tempi dell’istruttoria ha anticipato a voce quali documenti siano necessari per il rinnovo della concessione.È così emersa la richiesta di Vinca (valutazione di incidenza ambientale) già fornita, e perfino di Via (valutazione di impatto ambientale), sebbene non ci sia alcun movimento di terra, visto che le strade su cui viene tracciata la Translessinia esistono da almeno un secolo. «In quattro giorni siamo riusciti ad avere anche la Via, che trasmetteremo immediatamente in Provincia appena controfirmata dal segretario dell’ente», promette Lonardoni, ma sui tempi necessari al rinnovo della concessione alza gli occhi al cielo e non sa rispondere.

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