domenica 3 agosto 2008

notte di stelle al revolto - da www.larena.it

«Venite al rifugio Revolto e vi farò vedere le stelle. E non solo». Questo, in sintesi, lo slogan coniato da Giorgio Annechini, originario di San Pietro in Cariano, ma che da un anno si è trasferito in pianta stabile assieme alla moglie Alessandra alle falde del Carega per realizzare quello che era il suo sogno: gestire un rifugio. Nella fattispecie, appunto, il Revolto che, di proprietà di Veneto Agricoltura, dopo la pluriennale, impeccabile gestione di Elena Falsirolo e Federico Mattioli, nell’estate 2006 era rimasto inattivo. Poi, nella primavera 2007, il bando di concorso vede vincitrice la coppia di San Pietro, che si aggiudica così la gestione dello storico edificio, base per tutte le principali vie di accesso al Carega. «E’ stata una enorme soddisfazione», racconta Giorgio Annechini, «essere stati scelti per la gestione del Revolto, una soddisfazione che però ha richiesto, e richiede, un prezzo in termini di lavoro e sacrifici». Ma i risultati si vedono. Tanto che se lo si rivede adesso dopo tanti anni non sembra quasi più lo stesso rifugio. Verrebbe da ridenominarlo «rifugio Stravolto», anziché Revolto. In senso positivo, è ovvio, anche se non sono mancate le critiche. Gli stravolgimenti non riguardano tanto la struttura muraria, che è rimasta di fatto invariata, quanto l’arredamento interno e il piazzale, che ora ospita una terrazza solarium con sdraio e un gazebo, un piccolo parco per i bambini e alcuni distributori di giochi. Una iniziativa, quest’ultima, che però ha lasciato perplessi numerosi frequentatori del Carega. Gli stravolgimenti riguardano anche il tipo di gestione. A questo proposito Giorgio Annechini dimostra di avere le idee ben chiare. «Per anni», spiega il gestore, «ho frequentato le montagne dell’Alto Adige e, devo ammetterlo, ciò che più mi affascinava non era tanto la bellezza delle crode quanto il modo in cui venivano gestiti i rifugi, la loro organizzazione, l’estrema professionalità. Cosicché approfittavo dell’occasione per informarmi e carpire i segreti di tanta efficienza.
«E naturalmente, sognavo di potere anch’io, un giorno, avere un rifugio nel quale mettere in pratica ciò che stavo imparando. E lo cercavo proprio sulle montagne del veronese, non solo perché sono le più vicine a casa, ma anche e soprattutto perché mi piaceva la sfida di riuscire a offrire da noi una gestione di tipo altoatesino o austriaco, Una sfida che è, salvo eccezioni, un po’ controcorrente visto il tipo di servizio, che potremmo definire spartano, solitamente offerto sulle nostre montagne». Forse la sfida di Annechini è proprio al Revolto che può essere vinta più facilmente. Raggiungibile in auto, ma comunque ubicato in un contesto ambientale suggestivo, più che un rifugio in senso stretto. può essere considerato un ristorante con possibilità di alloggio. E a scorrere il menù c’è da farsi venire il capogiro, tanto ricca è la scelta: dagli gnocchi di farina speciale alla polenta con funghi e formaggio fuso, ai dolci, tutti fatti in casa. «Abbiamo dato un’impronta da ristorante a questo rifugio», spiega sempre Annechini, «perché ci siamo accorti che offrendo soltanto quei due o tre piatti da rifugio non potevamo sperare che la gente si fermasse. In fondo qui si arriva e da qui si parte per il Carega e, come è naturale, l’escursionista tende a pranzare in quota. Offrendo una terrazza panoramica, uno spazio per i bambini e un ricco menù abbiamo visto che, specie nel fine settimana, qualcuno sale qui anche solo per gustare il panorama, la quiete e il cibo». Annechini, sempre attento a soddisfare qualsiasi cliente, ha trovato anche il modo di coniugare la vena romantica del luogo alla ristorazione facendo comunella con il gruppo Gastrofili, un nome che la dice lunga. Approfittando del fatto che l’inquinamento luminoso nel cuore del Carega è pressoché nullo, Annechini si è messo in contatto con questo gruppo di astrofili di San Giovanni Ilarione che, come si evince dal nome che hanno dato alla propria associazione, coniugano l’osservazione della volta celeste alla buona tavola. «Tempo permettendo», spiega Annechini, «stiamo organizzando per sabato 9 agosto una serata speciale: porteremo al rifugio un telescopio professionale collegato a un maxi schermo, così da potere invitare duecento persone ad ammirare da vicino le stelle». E d’inverno? Anche durante la stagione fredda il rifugio resta aperto per offrire servizio ad alpinisti, sci alpinisti e «ciaspolatori». Per questi ultimi, fra l’altro, Annechini ha comprato sessanta coppie di racchette da neve, così da poter offrire servizio di noleggio. «Per fortuna d’inverno», racconta Annechini, «Romeo Cappelletti con la sua macchina spalaneve ci consente di arrivare al rifugio con l’automobile e per questo suo lavoro desidero ringraziarlo pubblicamente. Ora ci si dovrà attivare per trovare una macchina spargisale e dopo non ci sarà più nessun problema». Insomma, Annechini pensa proprio a tutto e a tutti. Persino ai motociclisti ai quali riserva non solo un menù speciale, ma anche la possibilità di parcheggiare su terreno pianeggiante nei pressi del rifugio. Un’ultima curiosità: Annechini è un patito dei Nomadi: se volete uno sconto, quindi, quando chiedete il conto non dimenticate di canticchiare le note di «Io vagabondo» "
di Eugenio Cipriani da l'Arena di Verona del 2 agosto 2008

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