lunedì 8 settembre 2008

ALP Ritratti #II Riccardo Cassin

Segnaliamo disponibile in edicola lo speciale numero "ALP Ritratti #II Riccardo Cassin".
Molti legano "Cassin" ad un marchio di attrezzature di montagna, picozze, imbragature ecc. ma Cassin (Riccardo) è soprattutto un alpinista "storico" nel vero senso del termine.
Alle soglie dei cent'anni, ha attraversato tutto il secolo scorso, creando capolavori che sono ambiti e inseguiti ancora oggi da alpinisti di tutto il mondo, sulle alpi, in Karakorum e in Alaska.
Alleghiamo il sommario presente sul numero di ALP in oggetto.
" Il sorriso e gli occhietti azzurri sono quelli di una volta, come la grinta che a quasi cento anni non lo ha abbandonato. Anche le parole sono sempre le stesse: pochissime e inequivocabili, definite come uno spigolo di granito. Le mani, però, sono cambiate: dopo una vita di fatiche, in officina e in parete, si stanno godendo il meritato riposo. Sono le mani di un nonno ma anche del "grande vecchio" dell'alpinismo mondiale, che mai si è sognato di risparmiarle e forse, qualche volta, le ha ringraziate per non aver mollato la presa, per essere arrivate al limite senza aprirsi. Quelle mani, hanno fatto la storia dell'avventura verticale stringendo appigli inviolati, spingendosi in alto alla ricerca dell'unica via d'uscita, afferrando il martello per piantare chiodi da paura o buoni per appenderci un elefante. Le mani di Riccardo Cassin hanno creato monumenti che il tempo non ha intaccato: scalate esemplari, "classiche", frutto dell'azione che anticipava il pensiero. Le linee di Cassin - e forse, più di tutte, quella sulla Nord est del Pizzo Badile - sono le vie "delle pareti", che affrontano di petto il problema e lo risolvono con una maestria che potremmo definire "artigianale", in cui la tecnica è totalmente al servizio della volontà. La genialità sregolata non è mai appartenuta a Riccardo: lui, più di tutto, è stato un campione di metodo, che puntava al traguardo e inevitabilmente lo raggiungeva, con la precisione di un orologio svizzero. La leggenda di Cassin sta tutta nelle sue vie: è da lì - e non dalle idee, dagli scritti o da altro - che bisogna partire per capire l'uomo e l'alpinista. Ecco allora spiegata la nostra scelta: presentare Riccardo attraverso i suoi capolavori, piazzando al centro la "triade alpina" che ha caratterizzato un'epoca e che non vuole passare di moda (andate a leggere cosa ci hanno raccontato in proposito Much Mayr, Rossano Libera, Roger Schäli e Josune Bereziartu). Da una parte e dall'altra, a incorniciare la Cima Ovest, il Badile e la Walker, stanno le Grigne e le grandi montagne extraeuropee, in un intrecciarsi di passato e presente con episodi ormai mitici e storie mai raccontate, con immagini in bianco e nero e scatti a colori dei fuoriclasse contemporanei. Cassin ci ha fatti viaggiare nello spazio e nel tempo, per migliaia di chilometri e da un'epoca a un'altra: è il filo conduttore che dai pionieri sulle montagne lecchesi ci ha portati all'alpinismo globale dei campi base che sembrano campeggi. Lui, come le sue vie, ha resistito alle fiamme del tempo; ha cavalcato i cambiamenti restando tuttavia se stesso e oggi, a chi si domanda "dove va l'alpinismo?", risponde da par suo, con la ricetta lapidaria che risolve ogni problema: «In montagna. Tutto il resto è un di più»
di Carlo Caccia e Roberto Mantovani "
Prezzo: 6,50
Pagine: 120
Anno: 2008

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