ESCURSIONI INVERNALI. Il Soccorso alpino, dopo i recenti incidenti, mette in guardia: non prendete le gite sottogamba. Vignola: «Rischiano di più gli amanti delle racchette da neve: spesso chi le acquista o noleggia non ha la più pallida idea di cosa sia la montagna d'inverno».
Verona. Cinque morti per valanghe in un solo giorno: è tanto, anzi troppo, specie se si pensa che siamo appena all'inizio della stagione bianca. E' accaduto a fine novembre in due località diverse: tre sulle Alpi lombarde e due sull'Appennino parmense. Le vittime erano tutte impegnate in escursioni con le ciaspole. Domenica il copione si è ripetuto sulle montagne di casa nostra ma, per fortuna, i quattro escursionisti coinvolti, tutti veronesi, sono sopravvissuti alla slavina sulle pendici del monte Altissimo di Nago, vetta trentina della catena del Baldo.Non erano né scialpinisti, né sciatori o snowboarder amanti del fuoripista. Erano semplici escursionisti. Ma in inverno l'escursionismo, negli ultimi anni sempre più praticato calzando racchette da neve (o ciaspole che dir si voglia), deve comunque fare i conti con il pericolo delle valanghe. Ciò non significa, però, che ovunque ci sia neve sussista pericolo di valanghe. Chi possiede un minimo di esperienza invernale in montagna, infatti, sa che i pendii a rischio sono quelli con pendenze superiori ai 28 gradi circa, che è in pratica l'inclinazione dello scivolo abbastanza ripido di un garage.In più deve trattarsi di pendii che abbiano una certa estensione geografica, altrimenti il distacco non avviene per evidente mancanza di spazio. Se ci sono gli alberi o barriere naturali, poi, i distacchi sono meno probabili, ed anche l'esposizione al sole del versante gioca un ruolo non indifferente. E' noto inoltre che il distacco provocato (il più frequente) avviene quasi sempre quando si «taglia» diagonalmente il pendio (specie se si è in più persone) e più di rado quando si scende in modo abbastanza lineare, vale a dire lungo la linea di massima pendenza...
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