estratto da www.larena.it
13 LUGLIO 2012 - VELO. Questa sera al debutto «Toni delle croci», testo e regia di Alessandro Anderloni. Le Falìe continuano la serie di spettacoli in cui il paese inscena la propria storia. Stavolta è la vita del Toni un «matto di guerra» e scultore ucciso dai nazifascisti
Velo. Un'altra storia vera, un'altra storia tolta dall'oblio della piccola cronaca che aiuta a capire la grande storia è il tema della nona commedia del regista autore e compositore di Velo Alessandro Anderloni che presenterà con Le Falìe oggi alle 21 al teatro di Velo Toni delle croci, la storia vera di Antonio Paggi detto Toni il matto, scalpellino di contrada Bazani di Roverè, vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento, costruttore assieme al fratello Battista, detto Tita, della Casa delle croci, un'abitazione incompiuta, consacrata da decine di croci scolpite nella roccia, nei sassi d'angolo, sugli stipiti, sul pavimento, sui davanzali, all'interno e all'esterno, dove altre croci si trovano sulle lastre che delimitano il prato e la stradina d'accesso. Era rimasta fino a pochi anni come l'aveva lasciata il suo costruttore, ucciso da un colpo di fucile alla schiena il 7 febbraio 1944, da un gruppo armato, forse di tedeschi e fascisti in rastrellamento. Pare che l'autore del gesto fosse un diciassettenne tornato qualche giorno dopo sul posto: di lui volutamente o per disgrazia si sono persi nome e tracce. Toni non era un soggetto facile; oggi si parlerebbe di disadattato, allora più semplicemente di matto perché introverso e asociale agli occhi dei più che lo vedevano camminare avvolto in tabarro e cappello neri trascinando un bastone e biascicando una litania, come un lamento o una preghiera, una specie di Om mantrico che non lo abbandonava mai, quando scolpiva pietre, costruiva muri o stava inginocchiato in chiesa...
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