giovedì 26 febbraio 2009

da Vertical febbraio 2009: DURI E PURI

allego un interessante editoriale estratto dalla terza pagina di Vertical (versione italiana). Fà riflettere...quanto è importante la cima ai giorni nostri? cosa si farebbe o non si farebbe per raggiungerla? ricordo una frase di un alpinista inglese: "tornate vivi, tornate amici, conquistate la vetta..in questo ordine ! "
A.Negri
"Anche i navigatori hanno il loro Everest. È così che chiamano a volte la Vendée Globe Challenge, la traversata in solitaria che li porta a fare il giro dell'Antartico, dove le condizioni climatiche sono almeno altrettanto dure di quelle che devono affrontare gli alpinisti. Le imbarcazioni sono messe a dura prova e le avarie fanno parte del gioco. Si potrebbe ribattere che il pubblico e i media non trovano molto da ridire a proposito dei rischi, né di questa sorprendente serie di disalberamenti e capovolgimenti. Buon per loro, ma gli alpinisti non mancheranno di guardare i marinai che partono verso le loro avventure con un briciolo d'invidia, loro che
devono invece giustificare la loro passione a ogni incidente... C'è un'altra cosa che gli alpinisti possono invidiare ai marinai: la solidarietà. A ogni grande traversata intorno al mondo, gli skipper lasciano la rotta per

andare a soccorrere un concorrente in difficoltà. Gli alpinisti, pur non partecipando a nessuna gara sulle pareti delle montagne, non sempre ne sono capaci. Tutti i pretesti sono buoni per defilarsi: «ognuno è responsabile delle sue azioni», «in alta quota si deve contare solo su se stessi» «un soccorso in alta quota non è possibile» ... La grande fatica dell'altitudine ha le spalle larghe. O dobbiamo pensare che andare a cercare un collega bloccato sulla sua barca in un mare glaciale in tempesta sia una cosa facile? È difficile rinunciare alla propria vetta, si dice. E sarebbe più facile per un marinaio impegnato in una traversata a carattere competitivo? Qualcuno tuttavia potrebbe obiettare che gli interventi dei marinai per portare soccorso ai loro colleghi sono previsti dal regolamento di gara. Potremmo rispondere che anche in un mondo professionale, competitivo e mediatico, i marinai hanno saputo preservare la loro anima. Invece gli alpinisti, che da sempre proclamano che la loro passione è molto più di un semplice sport, in alcuni casi dimenticano di avere un cuore. Che l'Everest dei marinai sia più puro di quello degli alpinisti? A vedere quello che succede a volte sulle vette più alte, dove si procede senza preoccuparsi degli altri, avanzando verso la cima senza nemmeno uno sguardo agli alpinisti in difficoltà... dove ci si impegna al di sopra del proprio livello, contando su dei professionisti locali per sopperire alle proprie debolezze, viene la tentazione di mettersi in mare e di convertirsi alla vela.
Claude Gardien "

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