Capita che in montagna, durante un'escursione, si parta con tempo buono e ci si ritrovi, come in questa umida estate, dentro un temporale con tuoni, fulmini, grandine e scrosci amazzonici. C'è di che disperare e, talvolta, perdere l'orientamento, troppo distanti da un vero rifugio alpino munito di ogni comfort (vitto, alloggio e soprattutto ricovero), quando si è in zone impervie - ed il camminare ancora a lungo sul suolo fradicio, tutti bagnati e con compagni in difficoltà - diventa problematico.
Elenchiamo allora per il massiccio del Baldo, l'altipiano della Lessinia e il gruppo del Carega, i luoghi dove funzionano, almeno nei fine settimana, strutture ricettive private - di associazioni ambientaliste e delle sezioni provinciali del Cai - dove, in omaggio alla solidarietà alpina, l'ospitalità non si nega mai. E, talvolta, la si dovrebbe chiamare soccorso. Si tratta di preziose «sentinelle del territorio», punti di riferimento che offrono sicurezza maggiore agli escursionisti che sulle nostre montagne si avventurano. Fatalmente ne ometteremo qualcuna, specie le malghe aperte durante la monticazione (30 giugno - 29 settembre), ma carta alla mano, se le trovate aperte, si verrà sempre accolti.
Sul Baldo gardesano è esemplare malga Brione (942 metri), ex malga di cavalli, alla fine del breve, facile e bel sentiero n° 32 da malga Zovello (1083 m) in uso dal Comune di Brenzone (proprietario) a una associazione di speleologi. E' l'unica con la porta sempre aperta, con provviste disponibile e legna vicino al camino. Un tempo era così ovunque, poi vennero i vandali...
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