Davide lo continuava a ripetere, che sarebbe salito sul Cervino. E a noi - a me e Andrea - tutto sommato faceva un certo che: ma va, dicevamo, che vuoi fare, senza di noi i tuoi amici, dai fra qualche anno ci torniamo assieme. Figurati se parti da solo....
Beh, è partito da solo, giovedì scorso. È arrivato a Breuil, poi è salito alla Capanna Carrel, ricovero non custodito a 3800 metri, a metà della cresta del Leone, versante italiano della montagna più bella e famosa del mondo.
Chissà i pensieri di Davide quella notte. Chissà se sono andati all'estate dell'anno scorso, quando eravamo assieme, noi tre, campeggiati a Saas Grund, Svizzera, in attesa di salire alla Hornli Hutte, il rifugio sullo spigolo svizzero. Ma non era il suo momento quello, non era il tempo giusto per lui. Per salire il Cervino ci vuole testa e cuore e Davide li aveva entrambi a casa, da suo papà che stava male. Così alla fine è tornato proprio là, a casa, in tempo per salutarlo l'ultima volta e lasciando il Cervino dov'era, perché le montagne non si muovono, restano sempre al loro posto. Ha fatto la cosa giusta Davide - e Andrea e io siamo saliti lassù senza di lui, unica cosa brutta della scalata più bella della nostra vita.
Ma come per le montagne, anche l'idea di quella salita deve essere rimasta al suo posto, là fissa nel suo cuore. E così un anno dopo, si ritrova alla capanna, forse con tutti questi pensieri, per passare la notte e tentare la cima, ormai vicina, che quasi si tocca, proprio come il sogno cullato. Davide la doveva salire quella montagna, per sé stesso e per suo papà.
E il giorno dopo, venerdì 9 settembre è arrivato sulla cima del Cervino. Un uomo solo sul Cervino: Davide!
Aveva così tanta voglia di salire su quella cima che si è anche lanciato nella scalata della croce (quella di Bonatti, per intenderci). Beh oltre non poteva andare...In ogni caso, ben fatto Davide, ben fatto, sei stato un grande.
Io e Andrea siamo stati lassù con te, un anno dopo. Grazie.
Firmato: Silvano e Andrea
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