Correva l'estate del 1991 e io e Andrea - assieme a Diego e altri 3 amici - eravamo diretti in valle d'Aosta, le auto straccariche all'inversomile di materiale - tende, cibo, fornelli, zaini - e noi carichi di infinito entusiasmo, era la nostra prima settimana di montagna. E che montagna! Ci eravamo inventati proprio un bel programmino: Gran Paradiso, Rutor e Castore, tre cime bellissime con ben due di esse sopra i 4000 mila metri. Beh, lo posso confessare ora, dopo così tanti anni: 'prima settimana di montagna' in che senso? Nel senso che eravamo sei dilettanti allo sbaraglio, visto che nessuno di noi aveva mai messo prima i ramponi - forse in garage per prova qualche giorno prima - calcato un ghiacciaio, salito oltre i 2000 metri del Carega... Avete presente quegli incoscienti che poi di solito finiscono in un crepaccio o persi nella nebbia...? O che ora ci capita di guardare con ribrezzo camminare con le sneakers sul ghiacciao del monte Bianco, ben lontani - troppo lontani! - dalla funivia - e troppo vicino ai crepacci?
Eh già...dilettanti alla ventura, vero, ma attenzione erano altri tempi, non erano i tempi degli smarthphone, dell'abbigliamento iper-tecnologico e del cibo iper-condensato, mappe e descrizioni su internet, rifugi come alberghi, tutto sincronizzato e pianificato....A quel tempo era tutto fatto a spanne, si prendeva quello che c'era o si trovava... e via: scarponi militari della grande guerra, jeans (si proprio jeans, io sono salito in cima al mio primo 4mila in jeans!!!), occhialoni da sole pacchiani (gasp!), qualche descrizione sommaria della salita, il meteo poi?..boh..vediamo e speriamo, e così via. E poi eravamo giovani, senza 'schej', sgangherati, con i capelli lunghi (sich!), con zaini-palazzo ricolmi di cose inutili - cibo e vestiario per una settimana - in marcia come antichi esploratori verso i rifugi...Faciloni certo, ma però temerari, sfacciati, pieni dell'entusiasmo di quell'età che ti fa partire per l'avventura oltre l'incoscienza, dove bastava dire 'andiamo' e si andava...cosa importava se la meta era tosta, inafferrabile, pericolosa...?
Giovani sognatori , un po' scavezzacollo, con gli occhi pieni della magia delle montagne.
E in fondo, semplicemente, eravamo sei amici. Sei amici in viaggio assieme verso le cime alte, altissime, per la prima volta in vita nostra. Che tempi!
Io e Andrea da quel giorno non abbiamo più smesso di essere amici e di andare in montagna assieme. La nostra storia di amici di montagna e di amici di pianura è cominciata quell'estate, mitica, in valle d'Aosta.
In ogni caso, giusto per la cronaca alpinistica ce la siamo poi cavata bene, nessuno si è infilato in un buco o perso nelle nebbie: Gran Paradiso dallo Chabod, Rutor con il suo famoso ponte di ghiaccio largo come un'autostrada, Castore con la nostra prima cresta affilata. Dieci giorni da leoni, al primo pelo ovviamente.
Ecco, così è nata la prima amicizia, poi Andrea, Enrico (!!) e Diego hanno fondato AdM in una giornata di autunno a Legnago - mentre li annaffiavo con una bottiglia di spumante - poi si sono aggiunti Davide, Luciano, Gianni, il Lidi, ma anche Luca, Tiziano, Gianluca, il Bobo...Io poi mi ero un po' defilato - ma tutti questi amici hanno preso parte del 'direttivo'. Il mitico direttivo, che vuol dire ancora oggi - come allora - trovarsi alla sera, qua in pianura, per scovare sentieri e itinerari, a organizzare gite... partendo poi alla domenica tutti in compagnia per le montagne. Amici legati da una stessa passione, che non è solo per la montagna in sé, ma - come si diceva - per la magia nascosta nelle montagne, per la ricerca in un ambiente intatto e vitale dei segreti della vita ancestrale delle cose e di noi stessi. Orizzonti fuori e dentro.
Ecco, l'associazione Amici della Montagna è nata così 25 anni fa e poi ha vissuto dell'amicizia di persone che si sono trovate assieme, mosse dalla stessa passione e ricerca.
Questo è il segreto dei suoi 25 anni: amici di montagna e amici di pianura, amici sempre.
Silvano
[fine della II puntata - mancano le foto della valle d'Aosta ma rimedieremo presto]
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