da www.larena.it:
"Fu, fino alla fine, una faccenda di porte. Walter Bonatti che scardina a forza il passaggio-chiave del Petit Dru, sul Monte Bianco. Walter Bonatti, fascio di muscoli appeso allo stipite, nella redazione milanese di Epoca, tra lo stupore ammirato dei colleghi. Walter Bonatti che, nel 1978, fa rimbombare quegli stessi locali sbattendo l´uscio della nuova direttrice, Andreina Vanni, secondo la quale i suoi reportage sono «vecchi» e lui dovrebbe «invertarsi qualcosa di nuovo». Walter Bonatti morente, nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2011, dietro la porta della camera in una clinica romana, invalicabile per Rossana Podestà, compagna di una vita ma rea di non essergli ufficialmente moglie. Porte, aperte e chiuse.
L´uomo, che a 18 anni (era nato nel 1930 a Bergamo) era un operaio siderurgico alla Falck e la domenica, dopo il turno di notte del sabato, correva ad arrampicare sulle Alpi lombarde, fu l´ultimo maestro dell´alpinismo classico (giudizio di Reinhold Messner, uno che se ne intende) e protagonista di un´epopea, non solo dell´alpinismo. Discusso, amato e detestato, libertario, solitario, incapace di compromessi. Fece epoca il caso K2: la polemica di Bonatti con Achille Compagnoni e Lino Lacedelli e il capospedizione, Ardito Desio, sul proprio ruolo nella conquista della cima nel 1954. Una querelle che si sarebbe chiusa, grazie a un´inchiesta ufficiale del Club alpino italiano, solo nel 2004. Si dovette aspettare che Ardito Desio fosse morto, e il tenace sopravvisse fino al compleanno numero 104. «Si è data», commentò infine Bonatti, completamente scagionato dalle calunnie, «completa verità e dovuta dignità al grande successo italiano»..."
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