domenica 14 giugno 2009

da www.larena.it: Sentieri messi fuori uso

photo by da www.vieferrate.it
testo dell'articolo interamente tratto da www.larena.it :
"CAREGA E BALDO. Il responsabile del Soccorso alpino invita gli escursionisti a fare attenzione sui percorsi attrezzati Slavine e disgelo hanno danneggiato alcuni tratti del Pojesi, della ferrata delle Taccole e del Ventrar.
«Soffice come la neve» è un modo di dire che non sempre trova riscontro nella realtà. Specie quando, come è avvenuto durante lo scorso inverno e per buona parte della primavera, la bianca coltre si accumula in quantità eccezionale sulle montagne. Il continuo processo di fusione e rigelo, trasformando i cristalli, determina anche un aumento del peso della massa nevosa, che finisce per esercitare una pressione elevatissima su ogni centimetro quadrato di superficie su cui si posa.E i risultati non mancano: oltre alle slavine, cadute in gran quantità nei mesi scorsi dai fianchi del Baldo e del Carega, e tutte fortunatamente senza conseguenze a persone ed edifici, la grande massa di neve ha messo fuori uso, almeno temporaneamente, diversi sentieri.«Il più danneggiato», riferisce Marco Vignola, responsabile del Soccorso alpino di Verona, «è il sentiero Pojesi al Carega, che è stato recentemente percorso da Silvano Brescianini, nostro collaboratore ed ex componente del Soccorso.La neve ha letteralmente strappato cavi e infissi, spezzato passerelle, danneggiato in più punti la traccia. Meno danni registra la ferrata delle Taccole sul Monte Baldo, ma anche lì, specialmente nella parte iniziale, bisognerà intervenire per rimettere in sicurezza le attrezzature».Nessun problema, invece, per le ferrate più verticali, come la Biasin alla Cengia di Pertica e la Campalani allo spallone sudorientale di Cima Carega, entrambe in alta Val d'Illasi (Gruppo del Carega). Sempre sul Baldo, ma questa volta nella zona di Malcesine, la neve ha danneggiato un altro celeberrimo itinerario di croda: il sentiero del Ventrar.Come riferisce Luigi Casella, membro del Gruppo alpinistico di Malcesine (Gam) nonché vicecapo della locale stazione della Protezione civile, «la neve ha reso precarie le attrezzature che, allo stato attuale, rappresentano più una fonte di pericolo che un ausilio per l'escursionista».Insomma, la tanto sospirata neve, dopo aver soddisfatto sciatori, amanti delle ciaspole, scialpinisti e operatori turistici, adesso presenta il conto. Che è un conto salato perché tutti i sentieri dovranno essere, e sicuramente lo saranno, risistemati al più presto (meteo permettendo) per garantire la piena fruizione turistica delle nostre montagne.In questi giorni è prevista la riunione della commissione regionale sentieri allo scopo di stilare un programma di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza dei percorsi danneggiati (dell'intero territorio veneto), manutenzione per la quale è già stato previsto un contributo finanziario da parte della Regione.Intanto per il sentiero Pojesi, spiega sempre Vignola, «è già stato contattato un gruppo di guide alpine specializzate in questo tipo di interventi ed anche per le Taccole nel giro di qualche settimana le adeguate sostituzioni di cavi e infissi non mancheranno».E per il sentiero del Ventrar? Anche per questo splendido percorso, che fra breve dovrebbe regalare lungo le sue vertiginose cenge erbose una meravigliosa fioritura di gigli martagoni, è previsto che tutto torni normale entro la fine del mese (e forse prima) grazie all'impegno congiunto di più associazioni e enti (protezione civile, Gam, Comune di Malcesine, ecc.). Nel frattempo, chi vorrà sfruttare queste giornate di caldo e di sole farà bene a munirsi di attrezzatura adeguata.I sentieri della Lessinia, invece, sono tutti perfettamente agibili ad ogni quota e in ogni esposizione, ma sul Baldo e sul Carega i versanti in ombra, le conche e diversi canaloni sono ancora pieni di neve compattata dal continuo processo di fusione e di (parziale) rigelo.«Questo, sia chiaro, non significa», sottolinea sempre il capo del Soccorso alpino di Verona, Marco Vignola, «che non si debba o non si possa andare in montagna, ma solo che, almeno fino alla fine di giugno e al completo scioglimento delle ultime lingue di neve, bisognerà muoversi con attrezzatura adeguata.«Il che vuol dire la necessità di munirsi di scarponi rigidi e bastoncini da neve ma, se l'escursione prevede l'attraversamento di canali (ad esempio sul Baldo) o la risalita di vaj o valloni, allora bisognerà avere con sé anche piccozza e ramponi», conclude il responsabile del Soccorso alpino.Insomma, la montagna ci spalanca in questi giorni le sue porte con giornate lunghe, calde e fioriture meravigliose, ma scarpe da ginnastica e pedule morbide dovranno restare confinate nella scarpiera almeno sino a fine mese "
Eugenio Cipriani

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