sabato 9 febbraio 2008

9 febbraio - vajo stretto di San Paolo - Piccole Dolomiti - "NO BANCOMAT E CREDIT CARDS IN PISTA"


"...un incubo di solchi e scanalature piene di finissima neve asciutta appesantita dalla neve appena caduta, cornici e protuberanze dappertutto...non so per quale legge fisica la neve si possa accumulare così,in pendenza... fu la scalata più precaria e nervosa della mia vita ..."
dal film "Touching the void"

Si in effetti abbiamo esagerato, non cì sta il paragone con un'impegnativa salita sulle Ande (Siula Grande) ma comunque anche nelle nostre addomesticate prealpi - ad un'ora da Verona - si può godere di una vera domenica di "avventura". Allego lo scanzonato racconto di Marco Demo:
NO BANCOMAT E CREDIT CARD IN PISTA”
È con questo messaggio, lampeggiante sul pannello a messaggi variabili al bivio con la nuova galleria a pagamento per Schio, che ci accoglie la valle di Recoaro all’alba di un sabato mattina nel cuore del Nord-est produttivo.
Sonnecchiando sul sedile posteriore dell’auto di Andrea, guardo distrattamente il paesaggio che scorre fuori dal finestrino e penso all’etichetta della bottiglia di acqua da cui ho bevuto quando mi sono alzato:
“L’acqua oligominerale Recoaro nasce nell’incantevole Conca di Smeraldo, in un’area protetta ed incontaminata circondata dalle Piccole Dolomiti. L’acqua oligominerale Recoaro mantiene un profondo legame con il suo territorio di provenienza, poiché ne condivide i valori, lo spirito e le tradizioni.”
Ma quel magnifico parallelepipedo di cemento che si integra perfettamente con il paesaggio non è il vecchio stabilimento abbandonato delle acque di Recoaro? Piede, piede, picca. Piede, piede, picca. Gniick, gnaack, zoc. Gniick, gnaack, zoc. Siamo di nuovo qui, sulle Piccole Dolomiti. Stiamo risalendo il vaio stretto di San Paolo. Nel movimento ipnotico della salita penso che viste le tradizioni rispettose dell’architettura di questa valle mi sa proprio che non berrò più L’acqua oligominerale Recoaro. Andrea! Siamo di nuovo qui.
Saranno tre anni che non riesco a fare una salita invernale, l’ultima volta ero con te, Davide e Silvano nel vaio Fratta piccola. L’anno successivo ha nevicato troppo poco, quello dopo ha nevicato troppo, l’anno scorso c’era troppo caldo. Piede, piede, picca. Piede, piede, picca. Gniick, gnaack, zoc. Gniick, gnaack, zoc. Che difficili che sono le condizioni su questa montagna, ma quando capita, che giornate! Proprio come oggi, da prendere al volo. Con il fiatone, continuo a salire e guardo in su. Eh già sono proprio cornici di neve quelle che si vedono lassù all’uscita del canale. Il canale ha scaricato, fa freddo, non batte il sole, la neve è dura, saliamo veloci. Piede, piede, picca, picca. Piede, piede, picca, picca. Quando il pendio cambia pendenza anche i movimenti ed il ritmo della salita si modificano, i francesi la chiamano piolet traction. Piede, piede, picca, picca. Piede, piede, picca, picca. La neve è cambiata, ora è farinosa e inconsistente. Mi fermo a lato del canale vicino alla parete rocciosa. La cornice sommatale sarà a cinquanta metri sopra di noi. Si vede bene che dall’altro lato splende il sole, il cielo è blu. Pianto un chiodo da roccia, poi metto un dado in una fessura, ecco la sosta è pronta. Arriva Denis, seguito da Andrea e Davide. Ci leghiamo in cordata e riparto, il pendio si fa subito ripido e la neve difficile. Sotto la neve sento i ramponi che grattano la roccia ma per fortuna le picche si piantano saldamente nella terra ghiacciata che trovo poco più sopra. Piede, piede, picca, picca. Piede, piede, picca, picca. Con calma, un passo alla volta. Riesco a piazzare un “nut” in un sasso saldato nel ghiaccio. Te la do io la Scozia ! Piede, piede, picca, picca. Piede, piede, picca, picca. Ora la neve è veramente ripida e mentre cerco di piantare il manico della piccozza oltre la cornice mi rendo conto che il mio equilibrio è tanto precario quanto effimera è la visione della neve che si solleva verso l’alto in una nuvola illuminata dai raggi del sole appena sopra di me. Sono fuori dal canale e mentre Denis, Davide ed Andrea salgono, osservo il paesaggio intorno a noi: Zevola, Plische, Pale di San Martino, altopiano di Asiago, malga Fraselle di sopra, pianura Padana…… somg, “No Bancomat o credit card in pista”.

Andrea-Davide-Denis-Marco 10 febbraio 2008 - Vajo Stretto di San Paolo - Piccole Dolomiti - D

2 commenti:

Gianni ha detto...

congratulazioni.

Anonimo ha detto...

He, he, se è vero, eccome lo è.
Io il Vajo S.di San Paolo l'ho fatto con l'uscita senza neve. Dovevo salite spingendo la roccia per non far tenere fermi i grossi sassi che altrimenti cadevano giù. senza neve l'uscita è un camino di roccia marcia marcia marcia. Bel Vajo però.
Ciao a tutti.
Pietro F.