lunedì 7 luglio 2008

mezzo secolo sulla campalani

Da L'Arena http://www.larena.it/ del 5 luglio 2008
Compie cinquant’anni la ferrata «Carlo Campalani», sullo sperone sudest di Cima Carega, e l’anniversario sarà celebrato domani, una domenica proprio come mezzo secolo fa, quando gli associati del Gruppo alpino operaio (Gao) di Verona tagliarono il nastro e scoprirono la stele in marmo dedicata a Campalani. L’idea era partita due anni prima da un gruppo di amici, Bepi Bonazzi, Antonio Conterno, Claudio e Ruggero Nereo, Renato Nicolis, Vittorio Marangoni, Sandra Righetti e Fernanda Testi, che avevano voluto realizzare fra le montagne di casa qualcosa di duraturo che soddisfacesse la loro passione per l’alpinismo e desse lustro all’associazione. Fu scontato dedicare l’opera a Carlo Campalani, classe 1928, morto nel 1955, giovane segretario del Gao e alpinista appassionato, stroncato dalla malattia. Quando fu individuato come ideale il percorso lungo l’anticima sudest del Carega, che divide il vallone della Teleferica da quello di Campobrun, i gaoini di allora, aiutati da mogli e fidanzate, si adoperarono tutti i fine settimana per concretizzare l’opera, tenendo come base operativa il rifugio Scalorbi. Da lì partivano con tutta l’attrezzatura e ogni giorno era un chiodo in più, una staffa, un primo tratto di corda metallica. Occorre considerare che allora non si usavano né generatori di corrente né elicotteri e tutto veniva eseguito manualmente: dal trasporto del cemento agli ancoraggi in ferro. Il lavoro durò un anno, ma portò alla realizzazione della prima via ferrata delle Piccole Dolomiti: oltre 150 metri di sviluppo che attrassero l’immediato interesse di un gran numero di escursionisti, affascinati dalla possibilità di affrontare in sicurezza un percorso alpinistico. La realizzazione fu solo il primo passo, perché da allora e per cinquant’anni l’opera ha avuto bisogno di continua manutenzione e cura, come richiedono le più severe norme sulla sicurezza. Uno di loro, Silvano Brescianini, nel 1983, per i primi 25 anni dell’opera, la rifece completamente, assistito da Franco Baschera, gestore del Fraccaroli, da Renzo Giuliani, che coordinò i lavori e da tanti amici. Da allora Brescianini è diventato l’angelo custode della ferrata, perché non passa stagione che non sia sul posto a controllare, sostituire, modificare secondo le continue e più restrittive norme, sempre coadiuvato da amici e soci. L’appuntamento per il cinquantenario è, come allora, al rifugio Scalorbi domani alle 8. Un gruppo, di cui farà parte anche Renato Nicolis, 80 anni, tra i realizzatori dell’opera, partirà per affrontare la via attrezzata. Altri seguiranno il sentiero normale e per tutti l’appuntamento è al Fraccaroli, dove gli amici della sezione «Battisti» del Cai si adopereranno per un brindisi in amicizia fra due delle più belle e storiche realtà alpinistiche veronesi. Si tornerà insieme allo Scalorbi per la messa delle 11.30, animata dal coro Il Rengo, diretto dal maestro Piero Zamboni. Poi seguirà il pranzo al rifugio e la consegna di un riconoscimento a quanti hanno contribuito a realizzare e a mantenere efficiente la via ferrata.
di Vittorio Zambaldo da l'Arena di Verona del 5 luglio

Nessun commento: