mercoledì 9 gennaio 2013

Da Marco: MENO INTERNET E PIU’ CABERNET, ISRAELE, CHILE, PAINE E VENTO PATAGONICO

gennaio 7th, 2013 by marco.demoSapete com’e': un viaggio non si puo’ dire veramente tale se non succede qualche imprevisto che scombina tutti i programmi. E succede sempre, presto o tardi. Allora si mescolano le carte e si improvvisa.
Prendo il bus che mi portera’ a Puerto Nadales, Chile, alle 8.30. Direzione sud della patagonia. Mi addormento subito ma dopo 2 ore di viaggio mi sveglio. Siamo in piena pampa e in balia del vento.Il bus ondeggia paurosamente, come una barca in mezzo alle onde del mare in burrasca. Non e’ piu’ possibile dormire per me. Dopo 3 ore arriviamo alla frontiera con in Chile. Alcune informazioni:
- In Israele c’e’ la guerra
- Tra Argentina e Chile non corre buon sangue
- Gli autobus in argentina sono sempre in ritardo
Ci impieghiamo 1 ora abbondante a passare i controlli della frontiera e arriviamo a Puerto Nadales alle 15.00. Alle 14.30 avrei avuto la corrispondenza per il trasferimento al parco delle torri del Paine che distano altri 150 Km.
Non ho soldi, vago per il paese in cerca di un bancomat. se in Argentina era difficile, qui lo e’ ancora di piu¡. Appena ho dei soldi in tasca guardo il biglietto del bus cercando di non farmelo strappare dalle mani dal vento. C’e’ un indirizzo scritto sopra: Jose’ Maria, avenida Esmeralda 869. Chiedo informazioni e trovo l’indirizzo. Entro in una baracca di legno e lamiere. Dentro e’ sorprendentemente accogliente e trovo una signore, Noemi. Le dico che hp perso il bus. Non c’e’ problema mi dice lei. Questa notti ti fermi qui a dormire e domani mattina parti con il primo delle 7.30. Sorrido, questa e’ una agenzia viaggi che fa anche da ostello.
Attraversiamo il salotto e mi porta lla camera, la 116. Entriamo e da sotto un fagotto di coperte buttate su un letto emerge una testa che emette un suono incomprensibile. Noemi, come se nulla fosse, chiede al fagotto: “tutto bene? ti senti male?”. il fagotto risponde di no e lei: “sono le 4 che cosa fai ancora a letto ?”. Questo e’ il tuo letto mi dice e se ne va.
Faccio amicizia con il fagotto. Si chiama Mattan e viene da Israele. E’ approdato qui ieri, di ritorno dal giro completo del massiccio del Paine. Sono 7 giorni di trekking in completa autonomia. Ci credo che e’ ancora a letto, penso. Mattan mi dice che andra’ in cucina a mangiare qualcosa. Sistemo le mie cose e lo raggiungo. Mi chiede cosa sto mangiando e gli rispondo che e’ una lunga storia, che ho conosciuto una ragazza a El Calafate e che quello che sto mangiando sono gli avanzi della pizza di ieri sera. Lui mi guarda per nulla sorpreso e mi dice: “Chi non ha conosciuto una ragazza a Calafate?”.
Domando cosa fa in Chile e mi spiega che ha appena finito i 3 anni di servizio nell’esercito e che tutti , nel suo paese, dopo questi 3 anni non ne possono piu’ di ricevere ordini e quindi spendono la paga, 10.000$, andando in giro per il mondo. Chi in India, chi in Australia e chi in sud america.. Stiamo ancora parlando che Noemi entra in cucina con 6 ragazze israeliane della stessa eta’ di Mattan. Noemi e’ come una grande mamma che organizza i trasferimenti di tutti quelli che vanno e vengono. Mattan mi dice che e’ strano, non conosce le ragazza. In tra anni di esercito, mi dice, prima o poi si conoscono tutti. Si crea una specie di fratellanza. Finisco di mangiare e poi esco a fare 2 passi in questo paese di baracche in lamiera flagellata da vento. meta’ sono ostelli per viaggiatori. Tornando all’ostello mi fermo al supermercato e mi compro una bottiglia di Cabernet. Devo tirare sera e mi piazzo nel salotto a bermi con calma la bottiglia e fumare sigarette. Sono insaccato nel divano e davanti a me c’e’ un tavolino con elefante dalla proboscide sollevata. Dicono che cos’ porti fortuna. C’e’ anche un albero di natale con appeso un biglietto di auguri con foto di facce di persone con scritto: ISRAEL.
Passano vari personaggi per il salotto e sono l’unico italiano. Poi arriva anche Mattan, parliamo per 2 ore filate, finendo insieme la bottiglia.
Volevo percorrere il trekking ovest del Paine ma, avendo perso un giorno, decido per il percorso in senso contrario: da ovest verso est.
Non posso scrivervi oggi perche’ in questo paese internet oggi non funziona. Fuori il vento sembra essersi calmato. Sono in un luogo magico, decisamente affascinante e sono contento di essermi arenato qui per una notte. Sono le 22.38 e il sole deve ancora tramontare. Esco a fumarmi l’ultima sigaretta e penso: meno internet e piu’ cabernet.

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