venerdì 11 gennaio 2013

Da Marco:LA VIDA QUE VENDRA’

gennaio 10th, 2013 by marco.demo
Arrivo all’aereoporto di Buenos Aires sotto un forte temporale e per andare in città prendo il bus n°45. Salgo, il bus parte ma il biglietto costa 3 pesos e la macchinetta dei biglietti a bordo accetta solo monete. chiedo al conducente cosa fare e lui mi guarda con aria imbecille. Un passeggero che mi vede in difficoltà me e la mi a mocilla, mi chiede quanto mi serve.
” 1 peso” gli dico, e lui me lo passa con un sorriso.
“da dove vieni mi chiede?”
” da Italia” rispondo
“a ma sei italiano, come me!”
Ci mettiamo a parlare, piu’ che altro è lui che ha voglia di parlare e mi racconta che, si, anche lui 20 anni fa è stato in Patagonia e che non c’era nulla, si faceva perfino fatica a trovare da dormire.
L’autobus n°45 impiega ca 1 ora per arrivare dove devo scendere io. Nel frattempo chiacchiero piacevolmente con l’italo-argentino.
Domani ho il volo di rientro in Italia e cosi decido che questa sera si fa festa. Torno nel quartiere di Sant’Elmo, che è quello che mi è piaciuto di più, e mi faccio una seria mangiata di bife de lomo con vino Syrah all’hostaria Brigada. Appese dappertutto ci sono sciarpe e magliette di squadre di calcio di tutto il mondo. Ovviamente tutta una parete è dedicata al pibe de oro con tanto di firme e dediche varie.
Torno in hotel con la pancia gonfia e la testa che mi gira. Faccio il tragitto a piedi perché voglio gustarmi per l’ultima volta la notte di questa città molto viva. le strade sono piene di immondizia e ci sono fogli di carta sparsi ovunque. All’ultimo dell’anno qui usa fare come a Napoli e buttare le cose vecchie dalle finestre, anche le carte degli uffici. I cartoneros si preparano ad affrontare questa notte calda e umida…
Io invece, seguendo un pensiero di marcomotta, faccio i conti con la zavorra che ho nello zaino.
Di sicuro con questo viaggio ho fatto spazio, lasciando per strada molti pesi. E ora c’è posto per dei ricordi leggeri.
Il gusto e la morbidezza del bife de lomo che si squaglia in bocca.
El dulce de leche.
L’immondizia per le strade di Buenos Aires.
La simpatia dei tassinari.
L’autobus n°45 che ti porta dappertutto.
La condensa dei condizionatori che ti gocciola sulla testa mentre cammini lungo i marciapiedi.
I maxikiosko che tanto vanno di moda in argentina.
Il quartiere di Sant’Elmo al tramonto.
L’odore dei leoni marini.

La goffaggine dei pinguini di Magellano.

I laghi glaciali della Patagonia.
Gli interminabili viaggi in bus nella pampa.
Il profumo dolce dei prati andini.
Il profilo del cerro Torre.
L’alba sul Fitz Roy.
La vista dalla cima del cerro Masden.
Il peso ingiusto della mocilla.



Il sapore di tabacco dell’erba mate.
L’ospitalità di Noemi.
Le due volte che mi sono ritrovato bagnato fradicio, una per il sudore, l’altra per la pioggia.


Il cielo chiaro a mezzanotte.
Il pranzo alla laguna amarga aspettando un bus che mi riportasse a casa.
El Calafate

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